Original Silence – The First Original Silence

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Quando la somma delle parti non è assolutamente un coerente tutto. Anzi, per nulla: a me questo disco fa quasi incazzare, lo dico chiaramente. A guardare le nazionalità sembra di seguire il Mondiale chiuso dentro un disco (Italia, Olanda, America, Norvegia), a sapere i nomi dei personaggi coinvolti l’elettricità arriva a livelli di guardia notevoli (tant’è che a montare l’hype c’avevano già pensato le favolose recensioni per i loro spettacoli dal vivo) ed infine, a sentire Pichtfork (vabbè, dai) questo qui è il disco noise del millennio avanguardista post qualcosa. Quando però metti il lavoro dentro lo stereo la noia pervade ogni buco lasciato libero dalla musica (e sono veramente pochi): non basta il lavoro al sax di un Gustafsson che ormai dove lo metti riesce a dare sempre il meglio di se, l’ascendenza fisica, il pugnalare lo strumento di gente come Terrie Ex e Massimo Pupillo, l’astrattismo alienante di Thurston Moore e Jim O’Rourke, mentre Pal Nilsen-Love è ingessato in maniera inverosimile e non se ne capisce l’assoluta motivazione, se non quella di accompagnare una performance che basa la sua essenza su un attacco sonoro alla maniera delle esperienze estreme del nord europa – vedi alla voce Noxagt.

Benchè ogni personalità abbia tratti distintivi da spellarsi le mani, cosa che in genere facciamo volentieri, l’insieme di tutte queste confluisce in un disco (registrazione ed editing di una delle performance tenute nel tour italiano del 2005) che vive di pochi sussulti e di una verbosità/ingenuità sonora più volte assolutamente gratuita: arrivati alla parte di improvvisazione dronica si ha quasi l’intenzione di spegnere tutto. Una prima grande occasione sprecata.