Koolmorf Widesen – Koolmorf Widesen

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Il signorino Leonardo Barbadoro ha 20 anni e in seguito ad esperienze in gruppi postrock già dalla tenera età si mette a smanettare con sampler e drum machine, poi va in fissa col catalogo Warp, col kraut e l’elettroacustica. L’altroieri mi spedisce il suo primo disco in uscita per la romana ECG, otto tracce chiaramente debitrici a tutta la scena idm e gliccia, forti di un grande impatto atmosferico e molto vicine a certi lavori del buon Aphex, arricchite da inaspettate incursioni di violino capaci di emozionare – ovviamente antitetiche all’impianto ritmico e percussivo ma allo stesso tempo foriere di un contrasto agrodolce gustosissimo – che io non posso che apprezzare. Proseguendo nell’ascolto si nota l’ampiezza delle influenze e una capacità di manipolazione ritmica accostabile (con le debite proporzioni) ai lavori di Tim Exile, arrivando a linee di synth (“Vacuum Square”) dal sapore più smaccatamente acido – tanto per dire, roba dal sapore vagamente Analord, – a timidi accordi pianistici che disegnano le linee melodiche di “December” introducendo l’arrivo della migliore entrata violinistica del disco, fino alla chiusura in pompa magna con gli 8 minuti di “Kaluctob” tra magniloquenti aperture ambient e sprazzi di ritmiche belle pese e tirate. Se l’idea è che l’idm sia morta e che ormai certi suoni siano un po’ troppo sentiti, troppo sfruttati, troppo quello che vi pare, ovvio che non fa per voi. Se vi stuzzica l’idea di spararvi ogni tanto una dose di scariche elettroniche ad elevato tasso di bpm, un assaggino lo darei.