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Cinque canzoni nello spazio di un pomeriggio: lo scandire delle ore comprese fra le quattordici e le diciannove ci restituisce Paolo Benvegnù, ad una distanza discograficamente siderale da quel 2004 in cui si mise ufficialmente in proprio con ‘Piccoli Fragilissimi Film’.
Nel frattanto il ragazzo si è (ri)fatto le ossa sui palcoscenici dello stivale, non più soltanto come cantante ma anche in qualità di interprete e demiurgo delle proprie performance teatrali. Di queste ultime forse risente il suono rinnovato di ’14-19′, ep che funge da corposo antipasto al disco che verrà: malgrado la traccia d’apertura verta sul concetto dell’assenza e de La distanza in un rapporto di coppia, non si può non notare invece l’ingombrante presenza dei tamburi e della ritmica incalzante, che fanno da spina dorsale di tutto il brano e oltre.
Sarà la scoperta della fisicità teatrale di cui si diceva poc’anzi, oppure l’ispirazione sessuale, cui allude la “ficcante” copertina: sta di fatto che il risvolto più notevole di queste cinque nuove creazioni d’anteprima sta proprio nella concretezza di un suono che, fino alla prova passata, tendeva più all’etereo e al sinfonico.
Sembrano pensarla molto diversamente, invece, le pesanti linee ritmiche di basso e batteria che trascinano Nel silenzio, oppure il talking blues semielettronico Hungry Thirsty, sotto molti aspetti il brano più interessante del mazzo, nel quale si condensano canzone, monologo e la stessa ironia surreale che già faceva capolino ai tempi degli Scisma.
A ribadire i solidi intenti della cinquina arriva anche un’inaspettata rivisitazione di Cosa Sono le Nuvole, firmata nel 1968 da Pierpaolo Pasolini e qui rivoltata come un calzino: in un arrangiamento completamente sconvolto rimane invariata soltanto la passione con cui già la interpretò quarant’anni fa un mediterraneo Domenico Modugno.
Già prima che il disco finisca e che il prossimo ‘Labbra’ arrivi a far ulteriore luce sul suo ritorno, Paolo Benvegnù ha già dimostrato di essere qualcosa di ben più concreto che non soltanto una penna felice. E in molto meno di cinque ore…