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I Don Turbolento non perdono tempo. Il duo bresciano non fa in tempo ad entusiasmarmi con l’infuocato Ep d’esordio autoprodotto ‘Spend the night on the floor’ che in men che non si dica tira fuori un gran disco vero e proprio: un uno-due degno del Brasile di Pelé, gioco veloce e preciso, gli avversari sempre in affanno. Una goleada e tutti a casa. Undici tracce di elettronica trascinante e melodia, una squadra di gran classe. Disappointed mi fa impazzire da subito con la sua semplicità e immediatezza, e quella melodia al potere. IDWHYP guitar è un dancefloor trance perfetto, e sebbene I Don Turbolento si ostinino a non voler ascoltare gente con le chitarre, la loro elettronica in realtà è una commistione perfetta tra suoni digitali, ritmi perfetti e sensazioni rock che arrivano come valanghe. E No Charlie conferma questa sensazione.
Ma non fermiamoci qui.
Se Jingo & Nina è un terzino che spinge bene e si inserisce in modo aggressivo ma sbaglia un po’ troppi cross, Snapshot (presente anche nel precedente lavoro, così come l’acclamata Spend the night on the floor, sempre piacevole da ascoltare) è il Franco Baresi che chiama a sé la difesa, e fa ripartire la squadra con sicurezza, caparbietà, classe e tanto cuore. E cosa spunta lì vicino? I wanna be your dog, che in apparenza è la solita canzone degli Stooges che coverizzano tutti e allora è forse il caso di dare un taglio diverso a questo monolite, ed eccolo qui in versione electro-noise per stomaci forti, una diga a centrocampo che non lascia passare nulla. A metterla dentro ci pensa PKD, spietato goleador, la prima punta tutta potenza e spunto letale, formando una coppia ben assortita con Take it up, una mezza punta rapida, che si inserisce in continuazione, una spina nel fianco della difesa. Ruler è il mister che sbraita da bordo campo, che prende a calci le bottigliette, che allarga le mani quando gli viene fischiato un fallo contro, che picchia i pugni ad ogni palla persa, che si fa sempre sentire, oh sì, ma che corre in campo ad abbracciare i ragazzi al triplice fischio finale. Il pubblico sugli spalti fa la ola e canta i cori: in Alien tutta la furia e la tensione svanisce in un flusso melodico, allegro e spensierato, un flusso di note, di colori, di suoni, di idee, di gente che poi esce dallo stadio tornando a casa serena.
Alla prossima partita, ma prima un riposo più che meritato.