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Torna Paolo Saporiti, con questo breve ma intenso cd, pieno di luci e con qualche ombra. Iniziamo con calma: dal semplicissimo pop rock acustico e cantautorale del primo disco, fatto di vuoti, di fragilità, e di freddi sentimenti pieni di calore, ecco qui invece un cambiamento verso una forma più piena dal punto di vista musicale: non solo voce e chitarra, ma anche piano, synth, violoncello, slide, percussioni che vanno ad impreziosire (a volte anche un po’ troppo) gli arrangiamenti delle belle canzoni. Una forma sempre intimista ma meno minimalista, direi più classica e raffinata grazie anche agli ospiti di rilievo (il fido Christian Alati e Xabier Iriondo). Inizialmente, dopo aver sentito il precedente ‘The restless fall’, avevo immaginao ad un’evoluzione verso un altro tipo di sonorità, magari un bel mix tra la voce e la chitarra acustica di Paolo e lievi suoni elettronici ad insinuarsi tra le note, per continuare in quel dualismo caldo-freddo che tanto mi affascina delle sue canzoni. Invece mi trovo spiazzato e questo non dev’essere per forza un male: ‘Just let it happen…’ è un bel lavoro, anzi un gran bel lavoro, basta sentire la bellissima e struggente Like a dog, la title-track (resa speciale, tanto per contraddirmi un po’, proprio dal violoncello di Francesca Ruffilli) e l’eccezionale The last man on earth (forse la migliore tra le sette tracce). Da citare il bellissimo artwork, forse uno dei migliori della produzione CaneBagnato. E peccato per la breve durata del lavoro, solo venti minuti, ma non si può avere tutto.