Normalmente non apprezzo particolarmente le feste di compleanno, con gli auguri chiassosi, la gente che non vedi da un bel pezzo che si sente obbligata a raccontarti come sta andando avanti la sua vita, ma in questo caso il discorso è diverso, perché a compiere gli anni è una delle più interessanti etichette italiane, la Holidays Records che da cinque anni pubblica alcune delle proposte musicali più interessanti del paese, andando senza tanti problemi dal preciso post-rock dei Neil On Impression alla furia degli A Flower Collapsed.
Fatta questa premessa devo porne un’altra, ossia che io mi perdo nella mia città, figurarsi a Milano, e il mio navigatore satellitare non proprio della miglior fattura non è mai particolarmente d’aiuto. Per questo arriviamo al Dauntaun, i bellissimi sotterranei del ben noto centro sociale Leoncavallo, che i Fine Before You Came hanno già iniziato a suonare.
Il gruppo lombardo gioca in casa, e l’effetto sul pubblico si vede sin da subito. L’esibizione verte principalmente sui brani più legati agli esordi segnati proprio dalla Holidays Records, ossia su coordinate più emo con costruzioni degli strumenti tanto decisive quanto coinvolgenti a cui si accompagna la sempre ottima presenza scenica del cantante Jacopo. Ricordi fine anni novanta che arrivano però con canzoni sempre di altissimo livello e una capacità di eseguirle dal vivo con pochi eguali con tanto di ospitate finali sul palco.
Se i Fine Before You Came rappresentano l’etichetta festeggiata degli esordi, oggi a segnare uno dei vertici di questa realtà musicale sono i veneti Afraid!, i quali hanno da poco dato alle stampe un album favoloso nel package e entusiasmante nel contenuto. Proprio sul recente 'Megaloklift' si basa la loro esibizione, esplosiva nei momenti in cui prende il sopravvento il loro rock tirato ed entusiasmante. Il gruppo veronese riesce però a essere impeccabile sul palco anche negli intermezzi più pacati che caratterizzano la loro ultima fatica discografica, riuscendo a coinvolgere anche il pubblico dei pogatori più attivi delle prime file e preparandolo per le successive rapide sonore. Bravissimi!
A dir poco notevole anche la successiva esibizione dei G.I.Joe, quello che è probabilmente (se non sicuramente) il duo basso/batteria più famoso d’Italia colpisce per versatilità dei brani, per la capacità di ipnotizzare il pubblico con il loro modo di far crescere di potenza e carisma le canzoni senza rinunciare a una impressionante vitalità.
Tre esibizioni splendide, per freschezza, energia ed espressione musicale, che portano all’attesissimo e impressionante set dei La quiete. Il quintetto travolge i presenti con furia screamo e bordate sonore con pochi eguali dando vita a una bolgia che si crea sotto il palco diventando parte integrante del concerto.
Risulta veramente difficile spiegare con le parole come questo gruppo dal vivo riesca a unire violenza sonora e emozionalità, l’impatto delle canzoni è qualcosa di irresistibile, un virus da cui è un piacere farsi contagiare.
Quattro ottimi gruppi, un sacco di gente a sentirli, una ottima etichetta, una gran bella festa. Non resta che unirsi agli auguri alla Holidays Records, auguri di continuare così e a lungo.
Le foto sono di Clara Tortato