Agaskodo Teliverek – Psycho Goulash

Acquista: Data di Uscita: Etichetta: Sito: Voto:

Credo che oramai, giunti al 2009, si dovrebbe fare un discorso per fare chiarezza su tutti i generi e sottogeneri che fanno capo ad un certo tipo di sound schizoide che nasce e si evolve da territori freak folk, avant pop e da tutte le altre (non) forme di melodia non convenzionale, anche perchè di non convenzionale c’è più ben poco. E parlo col cuore in mano perchè queste corde sono le mie, quindi con la massima sincerità ed il possibile rispetto. Il discorso in questione sarebbe riassumibile in poche parole del tipo “si è già dato in abbondanza, perchè edulcorare?”. Ci sono dei “tuttavia” per fortuna. Tuttavia per esempio, perchè voler sparare contro chi ancora riesce ad esplorare soluzioni valide ed interessanti? Tuttavia per esempio, è così importante voler trovare unicità in band che comunque riescono ad essere a loro modo intelligenti quando ci sono gruppi che invece suonano spiaccicati come il nome electro pop o new wave di turno e vengono apprezzati al pari degli originali?
Fatte queste premesse, il secondo album degli Agaskodo Teliverek è buono. Ci sono gusti e nevrastenie tipiche dei Melt Banana, astrazioni ipnotiche che riportano alla mente Captain Beefheart, divagazioni strumentali accomunabili ai This Heat, ma tutto ricondotto ad una chiave post-punk/no wave contemporanea che se per certi versi è molto cool, riesce comunque a colorire e a rendere continuative le tredici composizioni. E’ proprio l’impasto, la modellazione delle varie sfaccettature che rende a questo disco valore. Ci troviamo infatti dinnanzi ad un lavoro studiato nel dettaglio, mai naif (nonostante apparentemente possa sembrarlo) e soprattutto, concedetemi il termine, non sputtanato. Forse questi elementi non saranno sufficenti ad innalzare “Psycho Goulash” a disco rivelazione, però è fuori discussione che questo sia un album fatto con tutti i crismi ed il mestiere che in molti non hanno.