Attitudine e Visual: È l’estrema ricerca musicale, generata dal binomio di bit e voce, la protagonista indiscussa dell’Auditorium Parco della Musica che diviene per l’occasione un luogo di sperimentazione assoluta nel quale si scavalcano le barriere sonore canoniche, perlustrando frontiere musicali nuove e inesplorate. I portatori di questa avanguardia dalle pennellate minimali sono Alva Noto e Blixa Bargeld, sperimentatori d’eccezione di esperienze elettroniche e industrial, abilissimi nel regalare al pubblico dell’Auditorium un live dai risvolti davvero interessanti e singolari. Carsten Nicolai, in arte Alva Noto, si muove tra laptop, tastiere e figurazioni elettroniche non convenzionali, mentre la voce di Blixa Bargeld (Einstürzende Neubauten), in elegante completo scuro, disegna pentagrammi musicali insoliti, tra sfumature uniformi e visioni artificiali, senza disdegnare l’uso dei suoi celebri acuti. Le sagome dei due si mimetizzano nella spartana scenografia “capitanata” da immagini dalle lineari forme geometriche, in un suggestivo gioco di luci e ombre, rombi e clessidre, colori e istanti monocromi. I due compongono e ricompongono, costruiscono e distruggono suoni e vocalizzi in un alternarsi di rumori, trame sincopate e tappeti sonori ipnotici. La voce si fa verbo, parola, per poi destrutturarsi in sussurri, strutturazioni artificiali e pura forma onomatopeica. Il suono percorre linee armoniche variegate in balia di una “classica” melodia elettronica pregna di minimalismo e loop reiterati, nonché di deflagrazioni ritmiche e impianti rumoristici atipici.
Audio: La perfezione acustica dell’audio dell’Auditorium lascia sentire questa esperienza musicale e performativa appieno, consentendo al pubblico di percepire e “vivere” i suoni in modo totale e immersivo.
Setlist: Il mimetismo del titolo dell’album di Alva Noto e Blixa Bargeld (Mimikry) rivive sul palco attraverso le oscure alienazioni ritmiche di Ret Marut Handshake!, le sferzate compositive di Once Again e la cover elettronica del brano scritto da Harry Nilsson, One. Non mancano poi i bis e brani come Bernsteinzimmer, Berghain, Wust, le distorsioni stridule di Fall, Electricity Is Fiction e la bella I Wish I Was a Mole in the Ground.
Pubblico: Un pubblico eterogeneo, attento e totalmente coinvolto dalla spinta espressiva ed evocativa generata dalla performance.
Locura: Un concerto così intenso e visionario che non lascia alcuno spazio a momenti di locura.
Momento migliore: La carica “elettrica” di Electricity is fiction e la potenza coinvolgente della “ballata” digitale I Wish I Was a Mole in the Ground, definita da Blixa come: “An Appalachian folk song”.
Conclusioni: Una performance che fa della libertà espressiva il suo punto di forza; un concerto totalizzante dove la musica diventa spinta teatrale e d’avanguardia; un live nel quale la destrutturazione si fa strada superando i confini sonori e stilistici attraverso la creatività compositiva e la pluralità di linguaggi.
Le foto si riferiscono di San Pietroburgo del 14 marzo e sono di Lovette N