Acquista: | Data di Uscita: | Etichetta: | Sito: | Voto: (da 1 a 5) |
Aprile 2012 | RVNG | Juliashammasholter.com |
Sono le strutture compositive auliche, sorrette da archetipi colti e da eleganti suggestioni vocali, ad acuire lo sperimentalismo musicale della ventisettenne californiana Julia Holter. Se il suo primo album ispirato all’Ippolito di Euripide, Tragedy (2011), si reggeva su intricate lame strumentali e sapienti strutture ritmiche, Ekstasis segue linee melodiche dal sapore medievale e neoclassico e trame vicine all’etnicismo della world music.
L’album lavora di immagini evocate e atmosfere raffinate coperte da drappi di synth, “esoterici” tappeti percussivi, tastiere leggere, sax cerimoniali, orchestre barocche e voce eterea spesso picchiata da “droni”. Ventate ambient, sottili pulviscoli pop e scenari d’avanguardia su sensazioni dal sapore avantgarde e new age aleggiano tra i brani come spiriti e fantasmi celati. Le modulazioni vocali della Holter si celebrano su dilatate stratificazioni sonore e i pezzi scorrono inseguendo illusioni ritmiche arcaiche (Marienbad), echi lontani (Our Sorrow, Boy In The Moon), elettroniche esperienze (In The Same Room), ermi sintetici (Moni Mon Amie) e luoghi romiti (Für Felix, Four Gardens, This Is Ekstasis).
Julia Holter esplora con intelligenza e grande levatura artistica un mondo fatto di sperimentazioni e contaminazioni ataviche. Ekstasis diviene così un altrove trascendentale che libra in un gioco di rimandi e percezioni paradisiache, una liturgia arcana dove la voce si fa mantra nel rituale estatico dei suoni.