Alt-J (∆) – An Awesome Wave

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“Prendi l’anello della granata in mano in modo che tu capisca chi comanda. La mia sconfitta coincide con il suo successo. Questo è da parte di Matilda”. Leon brilla ancora un istante prima di scomparire in un lampo di luce trascinando con sé amore e vendetta. Distante per luogo e tempo, ma in quello stesso bagliore che acceca i coraggiosi di fronte alla morte, Robert Capa si unisce nuovamente alla sua Taro, sepolta tra gli orrori della guerra anni prima e mai dimenticata.
Gli Alt-J (∆) tracciano geometrie perfette come tre punti in cui due linee si incontrano per dar forma ad un triangolo; racconti, fotografie sbiadite e ritratti di amici si intersecano dentro un’onda imponente prima imprigionata nel ghiaccio e poi sublimata in suono: è l’arte che cambia consistenza e rende omaggio a sé stessa. I libri e le pellicole si mescolano con i frammenti della vita reale così come accade in ogni intimo processo conoscitivo che culmina con la rielaborazione soggettiva dell’oggetto.

Se già dall’introduzione si scorge l’intreccio, le trame di “An Awesome Wave” si infittiscono via via nel paese delle creature selvagge dove i bambini timorosi seppelliscono le loro paure, e ancora tra le cosce fredde dei soldati che Tralalà inganna nel letto prima di finire l’esistenza violentata con un manico di scopa. Gli interludi spezzano il ritmo e riportano la storia sul piano della realtà dove le corde della chitarra si confondono nel chiacchiericcio di sottofondo della ragazza che pulisce lo studio. Il ritmo delle storie è potente, malinconico e sincopato, ma la caratterizzazione del suono passa anche dalla timbrica nasale della voce e da alcuni piccoli espedienti come l’utilizzo di una pentola al posto del piatto.

Registrato a Cambridge e già tra i candidati al Mercury Prize l’esordio degli Alt-J (∆) è un miscuglio armonico in assoluto equilibrio tra maturazione e declino, triste e confortante come un’onda maestosa sul proprio corpo.