Acquista: | Data di Uscita: | Etichetta: | Sito: | Voto: (da 1 a 5) |
Agosto 2012 | Pias | Deadcandance.com | ![]() |
L’epopea etnologica e musicale dei Dead Can Dance affonda le sue radici “antropologiche” nel fluire neoclassico delle voci di Lisa Gerrard (contralto) e Brendan Perry (baritono), nel misticismo atmosferico medievale e nell’esoterismo gotico di matrice darkwave.
Nata a Melbourne nel 1981, la band ha da sempre proposto contaminazioni ed esplorazioni musicali arcane oltre i confini e le tradizioni della world music. Dopo lunghi anni di assenza, dopo sette album in studio e perle del calibro di Spleen And Ideal (1986), The Serpent’s Egg, (1988), Aion (1990) e Into The Labyrinth (1993), dopo l’ultimo Spiritchaser (1996) e lo scioglimento, i Dead Can Dance ora rinascono a nuova vita con Anastasis. Il disco ha origine nella fusione armonica di elementi classici che volgono lo sguardo al Mediterraneo orientale e alla profondità matematica e filosofica greca. Ed è proprio nella “resurrezione” stessa (Anastasis dal greco ἀνάστασις) che l’album sorge e si evolve, tra selve sonore oscure e lande dai colori trascendentali che hanno il sapore d’Oriente.
Le etnie, le culture e i suoni si fondono così in uno spazio senza tempo su confini epici e lontani. Perry disegna gravi e misteriosi vortici vocali intrecciandosi all’immensità dei virtuosismi seducenti della Gerrard, mentre le melodie si arricchiscono di arrangiamenti solenni e partiture orchestrali arcane.
L’onirismo sinfonico (Children Of The Sun) danza assieme all’ipnotismo cerimoniale (Anabasis), a liturgie arcaiche (Return of the She-King) e alle melodie che volgono a levante (Agape, Kiko). Con Anastasis i Dead Can Dance, pur continuando a conservare la loro storica personalità e attitudine musicale, dipingono il loro altrove sonoro attraverso melodie dalle tonalità avvolgenti ed eteree in un mosaico sincretico di incanti pagani ancestrali dal fascino enigmatico e dallo spirito antico.