Acquista: | Data di Uscita: | Etichetta: | Sito: | Voto: (da 1 a 5) |
4 Settembre 2012 | Deadoceans.com | billfay.co.uk | ![]() |
Sono passati quarant’anni; quarant’anni di silenzio musicale e di riflessioni. Era il ’71 quando Bill Fay, che allora pubblicava Time of the Last Persecution, fu stroncato dalla critica e giudicato un uomo mentalmente disturbato, solo perché i suoi testi svisceravano la disperazione dell’animo e davano voce a grida di sofferenza danzanti tra paranoie e musiche rock perfettamente aderenti alle emozioni evocate.
Eppure gli anni non si fanno sentire. Sono nati generi, e stelle musicali sono state seppellite, ma Bill Fay è rimasto lì, con una chitarra, un pianoforte e sezioni orchestrali minimali; anzi, sembra che il suo percorso si muovi a ritroso, impoverendosi man mano che barocchismi impetuosi o avanguardismi elettronici prendono spazio negli artisti a lui contemporanei. Allora eccolo sbocciare in un disco umano, nel più profondo dei sensi, che sa di amore incondizionato e di passioni, sempre marcate dalla classica malinconia laconica di Bill, che si stampa prepotentemente sullo stato emotivo dell’ascoltatore, come accadeva per Nick Drake – autore al quale è stato sempre accomunato, assieme ad altri ben più noti quali Cohen o Dylan. E, in effetti, questi sono accostamenti molto adeguati anche per quanto riguarda quest’ultimo lavoro.
È già all’apertura del disco che si assaporano le prime influenze dylaniane in ballate come There is a Valley, tra tastiere che emulano organi spacey, pianoforti cadenzati e, in distorsione, leggeri passaggi chitarristici in sottofondo. Oppure in Thank You Lord, il momento più alto del disco, dove un arpeggio di chitarra getta un meraviglioso tappeto musicale per la voce di Fay la quale viene accompagnata da un pianoforte, acuto, in crescendo, che penetra lentamente nell’animo e lascia il suo effetto reverberare, come una goccia d’acqua – nel momento del contatto – lascia il tremolio della sua caduta nel mare. E poi ad emozionarti ci pensa Jesus, Etc. una rilettura voce e piano dei Wilco, ritoccata magicamente per uno dei più bei regali che Fay potesse fare a noi e alla famosa band statunitense.
Sono dodici universi, colmi di spiritualità, le canzoni che compongono questo Life is People, dodici perle colorite da screziature rare. Il country-folk di This World – dove come seconda voce appare Jeff Tweedy, il valzer lento di The Healing Day, il gospel di Be At Peace With Yourself, le ambientazioni stile Pink Floyd di City of Dreams e così via.
Mille coloriture per descrivere la vita e quelle meravigliose creature che sono gli uomini, uniche certezze di questo mondo. Parlarne per rendersi conto di esserci (Just to be a part of it is astonishing to me) ed emozionarsi per sentire di farne veramente parte (I see fathers, hold a little child’s hand, I see mothers, holding a little child’s hand, I see trees, blowing in the wind ,It’s a cosmic concerto, and it stirs my soul); è questo quello che fa Bill. E invita anche noi a prendere parte a questo cosmic concerto così umano e universale, dal quale ci sentiamo sempre eccessivamente emarginati. Grazie Bill.