Attitudine e Visual: Temporaneamente orfano dagli Starsailor, James Walsh arriva a Roma e porta al Lanificio 159 tutto quel che basta per riscaldare queste fredde giornate. L’esibizione è in acustico, ed il palco completamente vuoto vede la sola presenza di un portatile, di supporto in alcuni brani.
La figura di James inizialmente si perde nelle gemoetrie di un palco che solitamente “non basta”, ma la sensazione di distanza che si percepisce inizialmente fra lui ed il pubblico svanisce non appena inizia a suonare.
Il candore della sua voce e i sorrisi che regala con una certa timidezza a chi lo applaude, trasformano l’evento in una parentesi accogliente.
Audio: Morbido e avvolgente, ben strutturato.
Setlist: Naturalmente, sono stati eseguiti brani dall’ultimo lavoro solista di James, quali Summer Dress e Lullaby, assieme ad altri pezzi degli Starsailor.
Intensa anche la cover del brano di Adele, Someone Like You, e superba l’interpretazione di Allelujah di Leonard Cohen.
Locura: La serenità di questo live si è colta nell’istante in cui Walsh ha dedicato alcuni brani a delle persone presenti in sala. Momenti distesi, rilassati, con un pubblico devoto che lo ha coperto di complimenti chiacchierando con lui, forse initimidito anche da tutto questo trasporto: composto, mai invasivo, ma pur sempre intenso.
Pubblico: Ad inizio serata l’affluenza era scarsa, ma verso le 22.00, poco prima dell’inizio del live, ecco che il Lanificio ha iniziato a riempirsi. Fra nostalgici degli Starsailor e appassionati per la sua carriera solista, James Walsh ha avuto un bel pubblico omogeneo.
Conclusioni: Non c’è molto da aggiungere a quanto già detto. Senza i grandi palchi, i colori e le coreografie che lo sostengono con gli Starsailor, James Walsh porta on stage un lavoro completamente differente. Semplice e pulito, che merita attenzione ma che non denota ovviamente nulla di esagerato.
Walsh merita sicuramente di essere conosciuto anche per questa sua carriera solista, che lo lascia affrontare sonorità più pacate e meno pop: più interessanti, ecco.
Foto by Emanuela Vh Bonetti