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23 Aprile 2013 | Naive.fr | brns.bandcamp.com | ![]() |
Wounded a grandi linee è definibile come un’opera perfetta. Sette canzoni, cariche, dinamiche, distanti tra di loro e dal resto; arricchite dalla piacevole sensazione che si prova nello scoprire che il gruppo in questione è esordiente. Perfezione e prefazione. Prefazione di un lungo percorso, ci si auspica, magari sempre in salita, e perfezione del risultato discografico e della proposta musicale.
I BRNS (da pronunciare ‘brains’, ovvero ‘cervelli’) – direttamente dal Belgio – sono inquadrabili nella distanza che intercorre tra Alt-J e Battles, tra pop e caos: si muovono ecletticamente tra sonorità agrodolci arricchite dalla rudezza dei movimenti e dalla giocosità delle virate stilistiche che li rendono colorati e gioiosi quanto un disco degli Animal Collective. Non c’è dubbio, il loro è un disco cervellotico – quanto il loro nome – che risente di numerosissime influenze esterne. E’ per questo che una canzone come Here Dead He Lies è davvero difficile da inquadrare: un po’ svogliatamente gli associamo l’etichetta indie, ma il punto è che i BRNS sfuggono tra cantautorato, blues, rock, hard-rock, math-rock, pop e mi fermo per rispetto verso il lettore e verso la band.
Oltretutto riescono a fondere queste influenze non solo in modo valido, ma anche coinvolgente: si balla su Thru The Graveyard, tra quiete e tempesta, e si urla Our Lights, che con una coda di tre minuti chiude il disco in grande stile, lasciando però un momentino spiazzati. Prima,ì perché ci si sente abbandonati – abituati a esordi di un’ora, questo sembra lungo quasi quanto un misero EP – poi perché si capisce che queste canzoni hanno ben più da dire delle menate dei vari doppi CD di moda nel nuovo decennio. Dio del resto ha creato il mondo in sette giorni – e la domenica si è preso pure le ferie –, i BRNS in sette tracce hanno creato uno dei fenomeni musicali dell’anno – e la domenica loro se la sudano con i live -. Mica male.
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