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7 Maggio 2013 | Matador Records | SavagesBand.com | ![]() |
Ridestare il sopito, il sommerso, rivelando il sé fisico ed emotivo. Quattro ragazze Londinesi creciute all’ombra della “Madchester” sono alla ricerca di un suono indistruttibile e devoto con il preciso intento di ricollegarci ad un’interiorità seppelita da anni di apparenza. William Golding le ispira – Il nome della band è tratto da: “Il Signore Delle Mosche” Ndr – mentre Susan Janet Dallion – Siouxisie Sioux – le seduce artisticamente: gestualità e vocalizzi ne sono prova del Dna. Aggiungete marzialità ai The Sound di Jeopardy, un basso in primo piano che scava le fondamenta di un paesaggio dark per incipit griffati Moore/Ranaldo, ed avrete la morfologia di questo trattato sul Post-Punk. Arte e sessualità: il fantasma di Jeffrey Lee Pierce – Gun Club – che appare in un pezzo ispirato dall’attrice porno Belladonna – Hit Me –, sottolineando quanto la liberazione fisica possa essere congiunta a quella intellettuale. Routine e oscurità: “Stigmata Martyr” – Bauhaus – come sottofondo ad una poesia sulla noia coniugale – Husbands -. Poi ancora anni Ottanta, New Order – She Will – , e Post-Modernità – Non credete anche voi che “Waiting for a sign” sarebbe potuto rientrare nell’esordio di Anna Calvi? Ndr -.
Insomma una band che manifesta senza vergogna le proprie fondamenta ma che possiede le credenziali per traslare quei suoni con la propria visione d’insieme, una band capace di colpire – Potrei uccidere per il Dark-Punk di “No Face” Ndr – e ipnotizzare – “Strife” -, finalmente qualcuno che mantiene fede alle attese.
[schema type=”review” name=”Savages – Silence Yourself” author=”Alessandro Rossi” user_review=”4″ min_review=”1″ max_review=”5″ ]