Scoperto una volta, non puoi voler bene ad un festival come l’Indietiamo, perchè sembra di tornare alle sensazioni delle gite del liceo, quando si passavano giornate insieme agli amici, fuori da casa, col cervello in relax e magari il sole in faccia.
Anche quest’anno tra le colline di Sassocorvaro ci siamo goduti musica, sapori, e tutto l’entusiasmo dei giovani organizzatori, che hanno di nuovo costruito il contenitore ideale della musica indie italiana, con Fast Animals and Slow Kids, Il Pand del Diavolo, Pagliaccio, L’Officina della Camomilla e Lo Stato Sociale
GIORNO 1
FAST ANIMALS AND SLOW KIDS
Attitudine e Visual: La forza del gruppo perugino sta per la maggior parte nell’esibizione live, e si sente. I ragazzi provano subito a partire al massimo, trascinati da quell’animale da palco del frontman, e anche la struttura sonora sembra essere all’altezza. I ragazzi si sbattono parecchio, luci e nuvole di fumo rendono il tutto un po’ più “cattivo”, ma la sensazione finale è che sia mancato qualcosa per arrivare al top.. forse ho visto troppi loro live e mi sono abituato ormai al massimo sempre. Ancora tonici.
Setlist/Momento Migliore: Viene snocciolato tutto l’ultimo disco Hybris e A cosa ci serve batte tutti gli altri pezzi a mani basse. Lei , la hit del disco d’esordio del gruppo, invece, ci fa sperare che i FASK non perdano mai la loro spensieratezza iniziale.
Pubblico: Platea difficile da conquistare, e purtroppo il gruppo si fa influenzare da questo, cercando in continuazione un feedback dagli spettatori, appesantendo gli intermezzi tra un brano e un altro con troppe parole e troppe richieste di applausi. In ogni caso, alla fine la conquista c’è stata.
IL PAN DEL DIAVOLO
Attitudine e Visual: Ho sempre pensato che il duo palermitano riuscisse a dare il meglio di sé senza il gruppo alle spalle, e credo questo si sia sentito: i due ragazzi spingono su corde e grancassa come di più non si può, e cercano di riempire degnamente il palco anche se in due. Bella grinta, bell’impatto, anche se Bartolo (chitarrista) potrebbe pure sciogliersi un po’ di più e seguire la forza del suo socio. Forse un po’ stanchi, ma mai domi.
Setlist/Momento Migliore: Nessun balzo particolare, ma un ritmo costante e abbastanza notevole. Sono all’osso continua a mantenere la tua forza con brani come Centauro e Blu laguna, e sono sicuramente i momenti più rock’n’roll a coinvolgere di più. La bomba nel cuore continua ad esplodere.
Pubblico: Grazie alle scosse dei FASK, il pubblico si lascia trascinare con più facilità del Pan Del Diavolo, e spunta finalmente qualche accenno di danza e di cantato nelle prime file. Si mescolano ragazzi appassionati a famiglie con passeggini, ma anche questa è la festa dell’Indietiamo.
PAGLIACCIO
Attitudine e Visual: Ha un grande entusiasmo, si dimena, fa volare quel ciuffone di capelli che nemmeno Dente potrebbe pensare più folto. La performance è buona, attira la giusta attenzione necessaria a scoprire un artista nuovo..
Setlist/Momento Migliore: Eroironico non sarà un lavoro indimenticabile, ma di sicuro dal vivo rende bene: un’ottima apertura di serata.
Pubblico: La sincerità con cui Pagliaccio si mette in gioco piace al pubblico che si raduna presto sottopalco . Subito una bella atmosfera per tutti, anche per piccoli fan danzerecci che si muovono in prima fila sotto gli occhi delle mamme.
L’OFFICINA DELLA CAMOMILLA
Attitudine e Visual: Da un gruppo con l’impostazione dell’Officina ti aspetti uno show che si avvicini di più ad una serata di cabaret, invece i ragazzi sono seri, si pongono stranamente come delle specie di rockstar pulite tendenti all’indie-snob: nessuna grande interazione col pubblico, pochi sorrisi. Mi aspettavo altro.
Setlist/Momento Migliore: E’ stato detto tutto e il contrario di tutto su questo gruppo. Il fatto è che se il progetto fosse rimasto sull’ironico/ludico, sarebbe stato tutto più comprensibile. Volendo i ragazzi essere presi sul serio, invece, non possiamo constatare il fatto che di grandi musicisti nel gruppo non ce ne sono, che l’insieme strumentale è troppo complicato per quello che basterebbe a delle filastrocche e che alla lunga le canzoni sembrano tutte un po’ uguali tra di loro.
Pubblico: La forza dell’Officina sta nel seguito che nonostante tutto riescono a trovare in giro per l’Italia. Alcuni ragazzi hanno cantato tutti i brani dall’inizio alla fine. Io mi sono limitato a sgolarmi al ritornello di La tua ragazza non ascolta i Beat Happening : siamo pieni di drogaaaaaa!
LO STATO SOCIALE
Attitudine e Visual: Nulla da dire, i ragazzi sul palco ci sanno stare: si muovono, si cambiano di ruolo, di posto, di strumenti, interagiscono in continuazione col pubblico e tra di loro. Uno non può astenersi dal farsi un po’ coinvolgere. Da fotografo mi verrebbe da dire che il palco e le luci erano solo un gran casino, ma anche il casino era parte integrante dello show e non ci sarebbe motivo di protestare.
Setlist/Momento Migliore: Dal vivo Lo stato sociale spacca, riassumendo. Ho ascoltato il disco in macchina sulla strada del ritorno dopo il concerto, e non c’è nulla confrontabile con quello che si vede sul palco. Rimangono dei gran paraculi, per i testi, per come ammiccano col pubblico giovanissimo, ma ci sanno fare, e buttano su una vera e propria festa.
Pubblico: Tutti radunati sotto palco per festeggiare l’ultimo gruppo, pogo selvaggio con lanci dal palco di musicisti e pubblico. La piazza di Sassocorvaro è diventata una discoteca all’aperto, praticamente. Degno finale di due giorni di festa.