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15/10/ 2013 | Subpop.com | Theheadandtheheart.com |
E se Simon & Garfunkel fossero stati degli skater californiani in fase di redenzione?
La scena folk contemporanea si fa portatrice di un chiaro messaggio – almeno qui sembrerebbe. Tutto il genere, nelle sue varie ramificazioni, suona come una giocosa lode alla semplicità. Semplicità qui al medesimo tempo interna ed esterna: prima di tutto risulta fuori dallo stile, piuttosto ripetitivo e privo di veri picchi di originalità – che comunque non ne pregiudica la bellezza oggettiva; poi si dichiara nelle tematiche liriche, una sorta di poetica confessionale in chiave pop-folk. Questo dei The Head and The Heart è, infatti, un disco sull’amicizia (My Friends), sull’amore, che, nonostante sia finito male, ne è comunque valsa la pena viverlo (Anche se è stato un errore, non posso dimenticare il tuo volto; si canta in Shake) e sul vario ventaglio di vite universalmente trascorse e abbandonate, come in 10,000 Weight in Gold, storia di una fuga da un’esistenza ordinaria e dalla propria famiglia, in favore di una presunta libertà.
L’aspetto corale, l’eclettismo e la nuova coloritura, spesso gioiosa, talvolta incupita invece dalla voce di Charity Rose Thielen, chiarificano che razionalità e immaginazione, quando messe in equilibrio dal cuore, possono aprire scenari convincenti. Ci chiediamo come sarebbe invece se ci si lasciasse prendere solamente da quest’ultimo muscolo. Forse si sarebbero evitati i bruti accostamenti con i Mumford & Sons, in cambio di una trascinante originalità.
[schema type=”review” name=”The Head and The Heart – Let’s Be Still” author=”Giorgio Papitto” user_review=”3″ min_review=”1″ max_review=”5″ ]