Oozing Wound – Retrash

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Per quanto, noi tutti, ci si sforzi di seguire la musica e di coglierne le mutazioni e di comprenderne le complessità, con dedizione, l’ultimo decennio, citazionista e cervellotico, ha richiesto un impegno che ha finito col logorarci, pur gratificandoci spesso, mettendoci alla prova sempre. Per questo, la pesantezza basica con cui gli Oozing Would si presentano al pubblico, con questo Retrash, è una boccata d’aria, come quando il più intelligente della classe è assente e tu sembri particolarmente brillante, senza sforzarti troppo.

La rapidità con la quale una serie infinita di catastrofi mondiali, economiche, politiche, sociali, ha fatto a pezzi le sicurezze dei nostri padri, ci ha resi inermi: viviamo, studiamo, facciamo gli stage, con la consapevolezza di non avere una chance, con la sensazione costante che il futuro, più che un periodo, sia un traguardo, una speranza. Andiamo via, mangiamo di merda, dormiamo vestiti, odiamo. In ogni periodo storico, felice o infelice, che sia, c’è chi teorizza il disagio e chi è disagiato: gli Oozing Would sembrano la rivoluzione ignorante, proletaria, sporca, e non i libri, e non piaceranno ai critici, e non aggiungeranno niente alla musica, ma puoi sentirli e aspettare che ti esplodano le orecchie. Questo disco ha la rabbia che sembra mancare a buona parte della musica rock contemporanea, e non pensa troppo, e vaffanculo.

[schema type=”review” name=”Oozing Wound – Retrash” author=”Eugenio Lostumbo” user_review=”4″ min_review=”1″ max_review=”5″ ]