Tom Vek – Luck

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Tom Vek ogni volta fa una cosa molto elementare. Complicatissima.

Nel video di C-C (You Set The Fire In Me), dal disco del 2005, è vestito da soldato inglese del 1800 o giù di lì, suona il tamburo in compagnia di due mostriciattoli e i tre se ne vanno spensierati ma con passo marziale per boschi e campagne. Ecco, lì c’è tutto Tom Vek. I paragoni con altri non hanno granché senso, a parte un discorso su Beck che possiamo fare così, giusto per certe scelte ritmiche e il cantato strascicato. Ma finisce lì. Su tutto il resto, Tom Vek è uno che la farina se l’è portata sempre da casa e che in definitiva non somiglia a nessuno.

Tra l’altro, per essere inglese ha un approccio molto americano o forse è una banalizzazione anche questa perché l’approccio è il suo e punto. Se posso permettermi di ridurre all’osso le cose che fa, dico che prende un giro potente di basso o di sintetizzatori o di tutti e due e lo replica all’infinito, cantandoci sopra con atteggiamento sfavato. Poi, in genere arriva quel momento in cui il giro lo fa praticamente con la voce e il drumming non sale di molto ma sembra che stia salendo all’infinito. Ecco, tutto qui. In pratica una stronzata se la facesse chiunque altro.

Però tra le sue mani e sotto le lenti dei suoi occhialini, questi miseri ingredienti consentono che il miracolo ogni volta, inesorabile, si compia. E il terzo disco della serie è pienamente all’altezza degli altri. Sherman (Animals In The Jungle) è il primo singolo ma come al solito ce ne sarebbero a manciate di pezzi per promuovere degnamente il disco. Capisco il suo imbarazzo quando deve fare una scelta lì in mezzo.

[schema type=”review” name=”Tom Vek – Luck” author=”Marco Bachini” user_review=”4″ min_review=”1″ max_review=”5″ ]