Attitudine e visual: Un addio recitato su un palcoscenico, un addio musicato e ballato; un saluto composto da luci scintillanti, balli al rallentatore (ahimè i veterani non ancheggiano più come una volta), e video di una storia – tra le più belle – proiettati sullo sfondo. Sullo schermo abbiamo i defunti, gli storici uomini del Buena Vista Social Club: i cari rivoluzionari cubani; sul palco i giovani musicisti che li riportano in vita nell’affettuoso tentativo di imitarne le mosse, per una reminiscenza mimica, dolce e abitudinaria. Fanno la loro figura sopratutto gli antichi saggi: Omara Portuondo – la donna emozionante de L’Avana – entra ritrovandosi un pubblico ancora seduto, al quale decide di dare una scossa: una diva rock che non ha niente a che fare né con il concetto di diva né con quello di rock, ma ne condivide l’energia e il fascino. E per brevi intermezzi sale sul palco anche Eliades Ochoa, presentatoci come tra i più grandi musicisti cubani: un uomo che la storia di quella lontana formazione la visse, e ora la racconta.
Setlist: Nulla è stato dimenticato: tutta la storia del Buena Vista è stata ripercorsa in questa nuvolosa serata; fino ad arrivare alla chiusura dettata dalla immancabile Candela, sulle note della quale i musicisti salutano per l’ultima volta Roma. Inoltre la cara Omara decide di concedersi nell’appassionato e afoso pezzo di Maria Teresa Vera, Veinte Años.
Momento migliore: Sicuramente l’entrata e l’energia dimostrata sul palco di Omara Portuondo sono tra le cose più toccanti e calorose che abbia mai avuto il piacer di vivere ad un concerto. La forza era condivisa: sul palco lei intonava, perfetta, i suoi capolavori; di sotto, gli occhi brillanti del pubblico le si avvicinavano per potersi concedere la vista di quella stella da vicino. Il bello del Buena Vista è il fatto che la loro sia una musica povera (nata e rimasta in questo stato), e ciò permette a pubblico e artisti di divenire un’unica meravigliosa massa ballerina. Sul palco, come sul parterre i sorrisi erano gli stessi; come lo fu la condivisa standing ovation.
Pubblico: La gente ricopriva, in diverse e complete scale generazionali, i vari posti a sedere del parterre e delle tribune: un variegato e coloratissimo sold out. È stato bello – dalla nostra tribuna centrale – vedere quella massa danzereccia rilassarsi per i primi pezzi e poi iniziare a muoversi, sentendosi parte del trascinante ritmo cubano. Con la coda dell’occhio si vedevano delle coppie ballare nel corridoio retrostante i sedili: si muovevano tanto bene da sembrar parte anch’essi di una gigantesca coreografia, uno spettacolo privo del confine scenico.
Locura: È stato bello vedere come sul palco questi arzilli – chi più, chi meno – musicisti sappiano ancora divertirsi: come se la musica gli avesse donato l’eterna anima della felicità, del gioco. Se la locura dobbiamo intenderla come pazzia, riso ironico e non sarcastico, allora si potrebbe definire tutto questo concerto un inno alla sopraccitata parola iberica. Ci hanno fatto divertire, ridere con sketch teatrali, e ballare… o almeno battere le mani – per i più timidi – per l’intera durata del concerto.
Conclusioni: Vogliamo che la nostra tradizione musicale viva e incontri il mondo. Questo è l’obiettivo dei nostri tour e questo è quello che ho cercato di fare per gran parte della mia vita e della mia carriera (Omara Portuondo). Questo è stata l’ultima volta che il messaggio del Buena Vista ha potuto toccare il pubblico italiano: è triste la consapevolezza dell’abbandono eterno di una formazione altrettanto eterna. Adios Tour, infatti: porta questo nome l’ultimo percorso musicale dei Nostri, che dopo sedici anni di esibizioni decidono di terminare la loro storia live. Fortunatamente potremo rivivere la loro carriera attraverso i dischi (o meglio: il disco) e la poesia documentaristica di Wim Wenders: noi, pubblico dell’Auditorium, abbiamo per quest’ultima volta deciso di non accontentarci di tali surrogati e abbiamo tratto tanta energia da questa serata. Ma un giorno torneremo anche noi, tristi, al supporto digitale. Un bacio al Buena Vista.