War does not break out, it is never caught or chained…
Attitudine e Visual:
È con queste parole, seguite da tante altre (“building itself up slowly, in movements believed forgotten,”… “from long-circulating lies in the mane of religion “…”it regains its old strengths from debilitating disappointments”…), impresse, quasi come se fossero scolpite nella memoria storica oltre la storia stessa, su tavole bianche ed esposte al pubblico presente da Blixa Bargeld in persona, in abito scuro dalla giacca scintillante, che ha inizio la “guerra” sonora e di intenti degli Einstürzende Neubauten sul palco dell’Auditorium Parco Della Musica. Prende così vita l’epopea personale e intimissima della band che con Lament mira a scandagliare il Primo Conflitto Mondiale, in occasione del suo centenario, esplodendo nel live come l’interpretazione bellica stessa che l’album narra. Il gruppo è accompagnato da un impeccabile quanto incisivo ensemble d’archi che ben si sposa alle visioni d’avanguardia tipiche della band donando un’anima ancor più elegante e raffinata al progetto, mentre il bassista Alexander Hacke sempre a piedi nudi, come nei live degli anni passati, sembra essere il perfetto riflesso al contrario di Blixa Bargeld e insieme l’yin e lo yang degli Einstürzende Neubauten. Tra visioni cromatiche chiaroscurali e pathos ritmico va così in scena la Grande Guerra, una riflessione sul conflitto che dall’ispirazione fa nascere in sede live nuove e insolite visioni compositive e contenutistiche, nella fusione sapiente di stridori metallici e pacati silenzi, acciaio, oggetti innovativi e compressori ad aria, basso, chitarra, tastiere, percussioni e l’inconfondibile voce di Blixa Bargeld sempre a metà strada tra sobrietà profonda e acuti inarrivabili.
Audio: Come sempre l’acustica dell’Auditorium si rivela impeccabile, tanto da restituire tutte le varie sfumature sonore e da catapultare il pubblico direttamente all’interno del conflitto raccontato dagli Einstürzende Neubauten, tra suoni cangianti, messaggi radio, cronologie storiche e registrazioni audio dei combattenti e prigionieri di guerra.
Setlist: È l’intero album Lament il protagonista indiscusso del concerto con tutta la sua potenza immaginifica e il lavoro di recupero di registrazioni audio (presso gli archivi sonori della Humboldt University di Berlino, il Militärhistorische Museum der Bundeswehr di Dresda e il Deutsches Rundfunkarchiv – Archivio Tedesco della Radiodiffusione di Francoforte), risalenti al periodo 1914-16, che ha comportato. Prima del bis, Blixa è purtroppo vittima di una caduta rovinosa, inciampando tra le stoffe della sua teatrale “vestaglia” bianca e le scalette in prossimità del palco. Ma lo show va avanti lo stesso. Blixa, seppur dolorante ma sempre composto, viene accompagnato da alcuni componenti della band sul palco e aiutato a sedersi su una sedia. La classe non è acqua e la professionalità anche e Il bis può così avere inizio, regalando perle come Let’s Do It a Dada!.
Momento Migliore: Tra lamenti e mottetti mescolati alle registrazioni audio, sperimentazione, drammaticità, suoni marziali e grigi e un libretto realizzato appositamente per seguire al meglio il concerto, l’immersione diventa reale e tangibile. Let’s Do It a Dada! è poi sempre luce sfavillante per gli occhi, le orecchie e per il cuore anche con Blixa seduto causa infortunio.
Pubblico: Affascinato e attento a seguire passo dopo passo, brano dopo brano la drammaticità narrativa e interpretativa dell’intero live.
Locura: La caduta di Blixa Bargeld, non per l’infelice evento in sé, ma per i commenti di molti del pubblico che inizialmente pensavano fosse un evento strumentale al live, non reale e teatrale….quasi come se ci si trovasse di fronte a un moderno James Brown in una delle sue migliori performance…
Conclusioni: È inutile dire e ribadire che un concerto degli Einstürzende Neubauten non è mai uguale a un altro. È una creatura che cambia sempre sembianze e forma, oltrepassando i confini del live e dell’avanguardia per raggiungere i lidi dell’arte, della pura performance contemporanea dall’animo teatrale. È un’esperienza piena, assoluta e totalizzante che in questa sede ha avuto anche dalla sua la grande capacità di portare alla luce con veemenza quel torrente di sangue che la guerra di ogni epoca porta con sé. Non solo commemorazione, ma qualcosa di più. Un concerto capace di travalicare le più crude efferatezze dell’uomo attraverso il suono e il ricordo.
“Erst muss man Platz schaffen, damit etwas Neues entstehen kann”
(“Si deve fare spazio, prima di poter creare qualcosa di nuovo” – Blixa Bargeld).