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28 aprile 2015 | In the Red | Mark Sultan King Khan |
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King Khan è il re del Rock’n’Roll, ed un piccolo incipit credo possiate concedermelo. Bene, partiamo subito. All’anagrafe Arish Ahmad Khan, se ne andò di casa a 17 anni per assaporare la crescente rivolta culturale della sua città natale, Montreal. Lui, a domanda precisa, la ricorda come una “grande scena anarchica” in cui gruppi come gli Exploited non vennero autorizzati a suonare. Problemi di ordine pubblico e delinquenza. Arish era parte di quella scena, e con i suoi Spaceshits contribuì ad incendiare i palchi dei locali più malfamati a suon di Punk-Rock. Infatti, non è difficile sentirlo parlare della Punk music come di ciò che gli salvò la vita – ironizzando sul fatto che, se non fosse stato un Punk, avrebbe inventato internet, probabilmente.
Una storia strana la sua, che segue binari diversi, tutti inerenti al contesto musicale. L’incontro con la redazione di Vice locale ebbe certamente un’importanza sostanziale nella sua crescita artistica. Diventò parte integrante della rivista e le sue interviste le ricordano ancora – come quella volta con i Napalm Death in cui cambiò (un po’) i nomi degli album, o con Jay Reatard. Poi, al culmine di questa esperienza se ne andò a Berlino. Non per un’avversione nei confronti della sua città natale, ma perché sapeva che in Germania avrebbe trovato ancor più stimoli. Infatti fu subito amore. Incontrò gli Shrines e con loro mise in atto una sorta di soul/garage/punk farcito di Gospel, inscenando spettacoli leggendari dove spesso si presentava al pubblico con una maschera gigante da asino ed uno scettro culminante con un teschio. Una mise voodoo impreziosita da una collana fatta di gamberetti.
Con l’amico di una vita Mark Sultan aka BBQ, esordisce nel 2005 come King Khan & BBQ Show mediante un disco omonimo che riscosse non poco successo fra gli amanti del genere: dando vita all’ennesimo progetto riuscito. Oggi, il nostro, otre a Shrines e BBQ Show fa parte anche dei The Black Jaspers, la Punk Band messa in piedi in compagnia di Jasper Hood – voce dei The Chi Blanks. E possiede un’etichetta personale, la “Khannibalism“.
Il 2015 lo vede al ritorno dopo 6 anni. Decide di farlo con questo “Bad News Boys” in compagnia dell’inossidabile Mark. Un duo il loro, basato sull’amicizia e l’assenzio. Un ritorno alle origini, quando, ancora adolescenti, sfrecciavano per le strade di Montreal come due delinquenti allucinati dalle “Fate verdi”. Ed il risultato è un centro pienissimo. Registrato nella cantina di Sultan, miscela sapientemente la grinta di certo punk, per non dire Hardcore – ascoltate il refrain di “Killing The Wolfman” e ditemi che non è una citazione di “Chemical Warfare” dei Dead Kennedys Ndr – con la psichedelia più allucinata dei 13Th Floor Elevators. Non mancano gli inserti adrenalinici di pura furia Punk/Hc fra Cirlce Jerks e DK – D.F.O. Gli episodi a là Standells pescati direttamente dal cofanetto “Nuggets” – When Will I Be Tamed? E una chiusura in stile Germs che dal duo viene considerata come: “L’altopiano che abbiamo raggiunto come viaggiatori del tempo e fratelli di sangue” – “Zen Machines“. Un ritorno alle origini capace di mescolare presente e passato di due artisti che oggi possiedono la consapevolezza di aver partecipato a tante battaglie, a tante visioni dettate dalle droghe più disparate. Un disco da non perdere, assolutamente.