Elli de Mon / Diego Deadman Potron – VS

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Prima o poi doveva succedere. Perché le estetiche spesso si attraggono e perché sono un piccolo orgoglio nostrano: quindi chi ci vieta di godere al cubo? Nessuno, ovviamente. Certo, però “VS” potrebbe risultare un titolo fuorviante. In realtà, ma credo che lo abbiate capito da soli, questa non è una sfida, ma un incontro fra due splendidi interpreti “solitari”. Lei è Elisa De Munari in arte Elli De Mon, di cui vi abbiamo parlato di recente in occasione del suo ultimo lavoro – II. Formazione classica per Sitar e Contrabbasso e poi l’esordio a suon di Garage-Rock come chitarrista negli Almandino Quite Deluxe. Non solo, la nostra possiede anche una vera anima folk, già espressa nel progetto Le-Li. I quattro pezzi qui proposti dall’artista vicentina ricalcano un canovaccio adiacente all’ultimo stupendo lavoro – quindi non perdeteli. Parliamo di Blues scarno ma dall’incredibile intensità. Un suono che in sede live aumenta notevolmente il tasso di coinvolgimento dell’ascoltatore – forse anche per l’utilizzo contemporaneo di più strumenti. Degna di nota la dolce e notturna “Litania” in chiusura.

L’altra faccia della medaglia, o più semplicemente lo scheletro rappresentato nella splendida copertina a cura di Gozer Visions, è Diego Porton. Personaggio schietto e dal grande talento: che ricorderete, spero per voi, nella formazione Stoner-Rock Goran D. Sanchez. One man band dall’animo gentile la sua, almeno a giudicare dalla splendida openerAnyone But Me” – dolcemente vicina al primo Nick Drake. Ma è solo l’inizio, perché, già con la successiva “Lonesome Valley Blues” torna quello stomp desertico di matrice stoner, suo vero marchio di fabbrica. Qualcosa che talvolta porta con se una certa carica psichedelica, e che riporta tutto al Blues (di Jon Spencer) non appena se ne presenta la possibilità – “Grave“. E’ sul finale però il vero colpo da biliardo: nientemeno che la cover eseguita a quattro mani di “Go With The Flow” dei Grandissimi Q.O.T.S.A. Come recita il press kit: “un mantra scurissimo e bellissimo in cui perdersi dentro”, niente di più vero.