Oggi ho ascoltato Calcutta.
Poi sono uscita a comprare le sigarette.
Non è un testo di Calcutta, è la verità.
Di seguito alcune mie verità su Calcutta che potrebbero trasformarsi facilmente in canzoni di Calcutta.
1) Più interessante di Calcutta è la gente che parla di Calcutta. O per meglio dire, più che la gente in sé, tendenzialmente alquanto noiosa, quello che succede ad un certo punto a chi cade nel vortice del climax. Povero climax, da figura retorica a piaga sociale. È così che ci rubate la letteratura, non leggendola in un locale.
2) Il fenomeno alla base del successo di Calcutta si basa sul flame del concetto: “fenomeno di successo”. Abbiamo fatto tutto da soli, eh! Poi senza flame non ci sappiamo più stare. L’indignazione è diventata un concetto, al punto che le rivoluzioni non sono più possibili.
3) Ogni pretesto è buono per dividere il dicibile in sottodicibile e ultradicibile. Ad ogni frase generata dal singolo corrispondono un numero “X” di frasi generate da chicchessia. Cosa ve ne frega se vuole andare al mare? Cosa ve ne frega di Manzoni?
4) Una piccola città di provincia. Allo stadio una band di 1000 musicisti suona delle cover. Stadio. Cover. In un piccolo locale dove le autorità hanno di recente sequestrato l’impianto audio, un ragazzo di Roma, no aspetta è di Frosinone, no è di Latina: chi cazzo è Calcutta? Insomma lui, legge I Promessi Sposi. Legge o reinterpreta? Calcutta. Promessi Sposi. Sì lo so, sono due cose diverse. Ma magari è tutto un fake. Tutto tutto.
5) Lo strillo di Calcutta: “e non mi importa se non mi ami più”, è un sintomo generazionale. Interpretatelo come volete.
6) Il languore di Calcutta che canta “miannoiavoallefeste miannoiavoallecene” come se fossero due parole uniche. Il mondo è un luogo incasinato, ma talmente incasinato, a tutti i livelli che ognuno può cantare quello che vuole e non resta più molto da dire. Fosse una questione di songwriting…
7) Calcutta è “l’ennesimo cantante giovane” là dove, a un certo punto la musica è diventata un mondo, il MONDO MUSICALE, per l’appunto, e noi abbiamo cominciato ad annoiarci in questo mondo, un mondo dove ascoltiamo della roba con delle aspettative, stimate in una cifra “infinito” visto che ogni essere umano ad ogni singolo stimolo ne produce quantità esorbitanti, non certo per natura quanto per scemenza.
8) Annoiarsi-roba-aspettative, è un PARADIGMA DI VITA nel senso che non è Calcutta, è la vostra vita che la vivete così.
9) Calcutta è un generatore di sentimenti forti. In questa soap opera un personaggio così è fondamentale, quindi lasciatelo stare per favore.
10) Caro Calcutta, io ti ringrazio. Perché tu che fai un disco e poi ti metti a leggere “I Promessi Sposi” così, all’improvviso, può voler dire solo una cosa: se internet, e internet ha sempre ragione o sempre torto ma cosa ce ne frega è pur sempre internet, dice che tu che leggi Manzoni è SCANDALOSO, allora largo alla pornografia. Quindi potrei venire anche io quella sera e leggere senza saper leggere qualcosa di Anais Nin, che sicuramente nessuno sa chi è.