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19 luglio 2017 | the null corporation | www.nin.com | ![]() |
Secondo uno studio controverso, il nostro livello di attenzione per assimilare e catalogare un brano nel 2017 è di circa otto secondi.
Trent Reznor non ci pensa un attimo, accantona il full length, il formato CD e si dedica a una trilogia di EP di mezz’ora scarsa. Sceglie una strada incisiva, una soppressione dell’appetito uditivo, tanto efficace da mantener prigionieri gli ascoltatori per un intero anno.
Il 19 luglio sugli scaffali digitali della The Null Corporation (21 luglio in versione 12”) è stato licenziato “Add Violence” (noto anche come Halo 31) , secondo capitolo di questa serie nata nel 2016 con “Not the Actual Events”.
Il tassello centrale di questa trilogia vede ancora una volta l’ Ing. Atticus Ross come co-pilota dei NIN, la collaborazione tra Trent e Atticus si è consolidata negli ultimi anni tra divagazioni ambient e colonne sonore.
La naturale conseguenza di questo matrimonio compositivo è la modificazione genetica delle scritture, al momento la macchina Nine Inch Nails fluttua in un limbo di sperimentazione, una consapevole zona franca che sfida i confini tra la forma canzone e la soundtrack.
Difficile, forse impossibile, tradurre questa serie di EP prima che il terzo capitolo compaia sulla terra. Cosa certa è che quest’opera “Dantesca” gode già di fascino e inconfondibile classe.
Accantonando la virulenza infernale di “Not the Actual Events”, è possibile collocare questo nuovo lavoro in una sorta di purgatorio: soffocante, sensuale, accessibile ma pur sempre tagliente.
L’apertura in salsa vintage-synth di “Less Than” è accomodante, appare come l’anello mancante tra i vecchi “With Teeth” e “Year Zero”. A trasudare dub ci pensano “This Isn’t The Place” e “The Lovers”, quest’ultima veste un abito occulto, un taglio backbeat dai diversi sensi ritmici in grado di disorientare e ammaliare ad ogni ascolto.
Dalla tesa bipolarità di “Not Anymore” i ritmi riapprodano alla trincea di synth della suite elettronica “The Background World”, dodici minuti di maltrattamento mentale tra noise e vecchie poesie trip-hop.
Il vecchio e il nuovo insomma, tanti sono comunque i riferimenti di “Add Violence” ai vecchi lavori a firma Reznor. A dieci anni dall’uscita di “Year Zero” in questo EP si torna a parlare di quel mondo che introdusse l’ARG (Alternate Reality Game) ambientando l’intero album in un ipotetico 2022, schiavo della tirannia e delle utopie sociali.
L’artwork stesso di “Add Violence” cita su un contatore quel fatidico 2022, inteso come anno zero, indicato con “ 0 B.A.” l’anno in cui l’America è “nata di nuovo” ( Born Again ). Non ci resta che attendere il terzo canto, la rivelazione del futuro dell’ARG? la nuova mutazione dei NIN?




