Concerti

Tiger! Shit! Tiger! Tiger! + Mood @Bronson, Ravenna – 11-03-2017

Tiger! Shit! Tiger! Tiger! + Mood @Bronson, Ravenna – 11-03-2017

Se abbassi la linea dello sguardo, potrai vederlo con più chiarezza. Ed è sempre stato così, anche prima dell’arrivo di questi due giovani musicisti. Lo spirito è in mezzo al pubblico. Loro lo sanno e salutano la visione sopraelevata (del palco) per un più congruo (ai tempi) approccio da terra, dal dancefloor. Tutto naturale per dei ragazzi di vent’anni, nativi digitali, capaci di assorbire gli input provenienti dal mondo della rete in maniera molto più spontanea del resto della popolazione. “Esserci” è il diktat – già da tempo –, diretto o indiretto, ma se sei bravo come Francesco e Daniele puoi usare il buono di questa smania velleitaria: basta solo usare la testa.

Rock finché (non) mi faccio male: Motta live @Vidia Club

Rock finché (non) mi faccio male: Motta live @Vidia Club

Sia fatto il Rock, cantavano gli Ac/Dc nel 1977. Sabato sera al Vidia Club il Rock è stato fatto, nella misura in cui il Rock italiano viene fatto oggi. Motta è salito sul palco alle ore 22.45 circa e ci è stato per un’ora e mezza, e anche questo è molto Rock, considerato che il suo disco non dura nemmeno 40 minuti. Merito di una band che, da sola, terrebbe su qualsiasi tipo di spettacolo dove venga richiesto del tiro e della verve. Di contro le parti eseguite in acustico fanno di Motta un cantautore che sì, pur con le sue indubbie capacità, rischia a tratti di morire in quella bolla indistinta, tra sentimento tiepido e apatia, che già avvolge altri suoi colleghi, forse troppo anziani e con la pressione bassa.

Romare (full band) + Go Dugong @ Locomotiv (BO) 10-03-2017

Romare (full band) + Go Dugong @ Locomotiv (BO) 10-03-2017

Nella seconda serata della mini rassegna “Blender” ospitata dal Locomotiv Club di Bologna, i battiti cardiaci da drum machine e le spine dorsali di bassline, hanno richiamato un folto, famelico ed eterogeneo pubblico fedele al groove. Un clima caloroso ed eccitato ha accolto due artisti chiacchierati, affermati e degni di attenzione. Il macchinista d’apertura è Go Dugong, al secolo Giulio Fonseca; un amante dei beat muscolari, delle forme liquide di scuola Hip Hop, nonché un onnivoro di ritmi World. Per lui si è trattato della data zero sul progetto “(Indian) Furs”: il primo di una serie di lavori dedicati a specifiche zone del globo, con l’ausilio dell’ormai nota tecnica del Field-Recordings.

Macy Gray – Auditorium della Conciliazione – 11.03.2017

Macy Gray – Auditorium della Conciliazione – 11.03.2017

Tutto così piacevolmente appiccicaticcio. Avete presente le ambientazioni dei film “blaxpoitation” degli anni settanta; quelli così tanto amati da Tarantino e che vedevano interprete Pam Grier. Ecco quella sensazione di fuori moda che ha nell’aria qualcosa di sessualmente accattivante. Un telone viola come sfondo a tutta la prima parte del concerto, e poi accanto alle tastiere due bellissimi lampade di quelle che potevi trovare nella camera da letto di Tom Bosley in Happy Days. Poi arriva lei, bellissima, suadente avvolta in un impacciato vestito viola con tanto di boa piumato. Tutto perfettamente a tema con lo stile di Macy, assolutamente a suo agio in questa ambientazione da poesia decadente.

The Freeks + Komatsu @Sidro Club, 08-03-2017

The Freeks + Komatsu @Sidro Club, 08-03-2017

Benché, negli ultimi anni, il trend motivazionale alla base dei festeggiamenti dell’8 Marzo si stia via via incarnando in una puntata di “Sex And The City” – alla faccia delle conquiste sociali, in favore di un bel cubano in mutande –, noi di Rocklab ce ne andiamo al Sidro Club per vedere se il Rock’n’roll è ancora quella cosa trasversale capace di unire: con o senza spogliarellisti. Del resto, il locale savignanese propone da sempre una programmazione incentrata sulle migliori formazioni del Rock underground nostrano, e non – i prossimi appuntamenti vedranno sul palco gente come Cut e The Devils, tanto per gradire –, mentre per la festa della donna saranno i losangelini The Freeks e gli olandesi Komatsu a movimentare la serata.

The Cavemen + The Gentlemens @Bronson, 04-03-2017

The Cavemen + The Gentlemens @Bronson, 04-03-2017

Molto spesso le etichette con le quali bolliamo i nostri ascolti fanno più danni che altro. Una comodità nella catalogazione, direte, un input per il rimando immediato: vero in parte. Ad esempio il concetto di “Punk music” si presta ad infinite interpretazioni; se ci pensate bene, tutte riconducibili ad una certa urgenza espressiva. Molte cose finiscono dentro il calderone, troppe, facendoci talvolta perdere di vista il punto.

The Dandy Warhols @ Monk Club (Roma) – 17 febbraio 2017

The Dandy Warhols @ Monk Club (Roma) – 17 febbraio 2017

Quella dei The Dandy Warhols è una carriera che cavalca gli anni Novanta e i Duemila su uno sfondo sonoro tutto americano e ispirato da Velvet Underground, Beach Boys, Shadows, Beatles e Rolling Stones. È il loro alt-rock a dipingere il palco del Monk Club con immagini ritmiche variegate che vanno dall’indie-rock al garage, fino allo shoegaze, senza disdegnare incursioni psych.

Martingala – Ilenia Volpe @Defrag (RM) 10/02/17

Martingala – Ilenia Volpe @Defrag (RM) 10/02/17

Notte romana, dalle parti del Tufello. Un locale, il Defrag. Due nomi sulla locandina: Martingala e Ilenia Volpe. Due stili tanto diversi quanto simili nell’esigenza di ri-esplorare il passato. Un passato che per i Martingala può affacciarsi come un barbuto ragazzo hippie da una finestra degli anni ’70. E che invece per Ilenia Volpe può somigliare a qualcosa di molto simile al punk, e al grunge. E diciamo molto per dire molto. Serata strana, davvero.

Touché Amoré @Covo Club, 10 Febbraio 2017

Touché Amoré @Covo Club, 10 Febbraio 2017

Il dolore col sorriso. La consapevolezza diremmo. Perché se già con il terzo lavoro (“Is Survived By”, 2013) il combo losangelino aveva incrementato la propria cifra artistica, nonché il proprio pubblico, l’arrivo di “Stage Four” (2016) sotto Epitaph, li ha definitivamente elevati a band di riferimento assoluto. Il dolore di cui sopra viene scatenato dalla scomparsa di Sandy, madre del frontman Jeremy Bolm nel 2014, una rottura che determinerà buona parte delle tematiche incluse nel nuovo lavoro: senza che per questo vengano smarrite le linee portanti di un suono figlio della tradizione di genere.

The Pop Group @Bronson (RA) – 08.02.2017

The Pop Group @Bronson (RA) – 08.02.2017

La band di Bristol propone una scaletta colma di pezzi presenti negli ultimi due lavori in studio: i recenti “Citizen Zombie” (2015) e “Honeymoon On Mars” (2016), che dal vivo scintillano come pepite d’oro. E’ davvero un piacere vedere quanto si divertono nel prendere per il culo sia il potere che i sottomessi (con grande gioia) ad esso – in questo senso, il balletto con tanto di braccia perpendicolari al corpo durante l’omonima “Citizen Zombie” risulta illuminante. Un tripudio di chitarre à la Talking Heads e atmosfere Dub-Funk al vetriolo, mandano in visibilio i presenti ormai uniti in un unico quesito: ma i Rapture chi?

I Giardini di Chernobyl + Psicosi di Massa + Forgotten Dust @Defrag, Roma – 27 gennaio 2017

I Giardini di Chernobyl + Psicosi di Massa + Forgotten Dust @Defrag, Roma – 27 gennaio 2017

Non di solo Indie Pop vive l’uomo, anche se a guardare la scena musicale italiana sembra che oggi ci sia una netta predominanza del genere. Noi di Rocklab amiamo scrutare l’underground italico sotto diversi punti di vista, indagare le diverse sfaccettature del suono, puntando anche a una più ampia visione sonora, lambendo spesso territori anche più “estremi”. Con questo animo, da tempesta e assalto, ci siamo avvicinati alla serata del 27 gennaio che ha visto avvicendarsi sul palco del Defrag di Roma: Forgotten Dust, Psicosi di Massa e I Giardini di Chernobyl.

Furia, ipnotismo e amore: una serata al Bronson Recordings Festival

Furia, ipnotismo e amore: una serata al Bronson Recordings Festival

Che la Bronson Recordings si stia lentamente consolidando grazie ad uno scouting intelligente votato alla ricerca delle migliori formazioni Rock del territorio (Romagnolo e non) é oramai cosa nota. Da quella corona a sei punte che furono i primi 7″ – su tutti quel “Twin Peaks” a firma Ronin (Ndr) –, all’ultima fatica firmata Micah P, Hinson sono passati nel frattempo sei anni: a riprova del fatto che le cose in casa Bronson si fanno seguendo una logica, e soprattutto un’estetica.