South – With The Tides

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Il ritorno dei South è un ritorno con stile, ma lascia l’amaro in bocca. A pochi anni dal notevole esordio di From Here On It, un perfetto concentrato di Stone roses e Badly Drawn Boy, arriva With The Tides, ma qualcosa non convince. L’album, di per sè, è un degno successore, suonato in maniera ottima, con batterie mai banali (basti pensare all’intro di Motiveless Crime) e con le classiche chitarre acustiche/classiche sempre in spicco impegnate in arpeggi (Same old Story) su cui il gruppo costruisce arrangiamenti pienie compatti e che, a differenza del precedente, lasciano poco spazio alle improvvisazioni prediligendo negli arrangimenti un suono deciso e preciso, impeccabile. Merito soprattuto del nuovo produttore, lo stesso che cura i lavori di Kylie Minogue (suoni lindi e puliti) e Manic Street Preachers (… ma mai freddi e anonimi). Se dal punto di vista strumentale non ci si può lamentare da quello musicale si resta un po’ delusi. With The Tides non presenta infatti l’apertura a vari generi, alla poliedrica personalità della band. Il gruppo resta come imprigionato nell’esigenze di mercato sfornando un album di 10 canzoni fatto più per scalare la classifica che per interessare ancora di più la gente che attendeva con ansia – e curiosità- il loro ritorno. Un po’ come se i Coral facessero un album di potenziali singoli per raggiungere le vette delle classifiche: ci riuscirebbero, ma non sarebbero i Coral. Viene quindi da chiedersi se questi sono davvero i South e ora ne siamo piacevolmente convinti (Loosen Your Hold, molto alla unbelievable Truth) ora abbiamo forti dubbi (Mends These trends, Colours in Waves). Ma forse è solo una delle tante faccie della band, e non ci resta che aspettare il prossimo album e il loro prossimo volto.