J.J. Cale – To Tulsa & Back

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JJ Cale è un personaggio davvero atipico nel mondo del rock; attivo da oltre 30 anni il nostro è autore di alcuni classici famosissimi (su tutti ovviamente Cocaine) che avrebbero potuto portare la sua fama a livello di un Elton John o di un Eric Clapton. JJ invece ha sempre preferito una vita tranquilla, lontanissima dai riflettori e dallo schiacciasassi del music biz. Più o meno ogni lustro pubblica un nuovo album, tiene pochissimi concerti e poi scompare di nuovo, preferendo la tranquillità del suo ranch ai fastidiosi rumori del mondo del rock (sempre se ne esiste ancora uno). Possiamo tranquillamente dire che Jean Jacques è proprio come la sua musica: mai sopra le righe. Spesso capita che persone che non conoscono la sua opera dopo un primo ascolto dicano che copia Mark Knopfler, semmai è vero il contrario(anche se è prefeibile dire che JJ è una delle massime influenze dell’ex leader dei Dire Straits come lo stesso Mark ha sempre affermato) ma purtroppo questo è quello a cui va incontro chi decide di non stare alle regole del gioco. Ma non solo: le sue canzoni sono state suonate da moltissimi grandi del rock come Johnny Cash, Santana, The Band, tanto per fare qualche nome. Fin dagli esordi del 1972 Cale ha proposto il suo stile unico, fondato su una voce calda e appena sussurrata, una chitarra morbida con poche note appena pizzicate, su uno stile che connubia alla perfezione il blues, il jazz e il country rock. In questo suo nuovo “To Tulsa & Back” il nostro non si smentisce e ci regala 12 canzoni dalla classe cristallina, atmosfere morbide e vellutate per una musica da ascoltare possibilmente in silenzio, facendosi cullare dalla delicatezza delle note della sua chitarra e dal calore della sua voce. Troviamo così le atmosfere jazzate di “These Blues” il country acustico di “Another Song” con JJ che si cimenta al banjo; e poi alcuni brani nel suo più classico stile come “One Step” impreziosita da un delicatissimo fiddle in sottofondo e da un fine lavoro di hammond e percussioni. Come sempre nelle canzoni di JJ gli strumenti non sono mai invasivi, accompagnano la canzone all’unisono senza mai esser sopra le righe. Rispetto alla sua recente produzione però per questo album JJ sembra aver scelto di fare un piccolo passo indietro. Onestamente devo ammettere che i suoi dischi degli anni ’90 non mi avevano mai convinto a pieno, erano lavori a cui mancava sempre qualcosa, forse un po’ di fantasia e di freschezza. Probabilmente dietro ad un silenzio durato quasi 8 anni (Guitar Man il suo ultimo studio è del 1996) c’era proprio una stanchezza di fondo, una sorta di apatia che nei suoi ultimi lavori era percepibile ma che in “To Tulsa..” sembra essere scomparsa riportandoci un Cale in grande forma. Un musicista che ha ritrovato la voglia di osare offrendo anche sonorità latine come in “Rio”, che strizza l’occhio allo swing in “Chains Of love” che incanta e commuove nella splendida ballata “Blues For Mama” e che si affaccia, timidamente, anche a tematiche sociali come in “Stone River” un blues semiacustico di grande spessore. Ma JJ spinge anche sull’acceleratore come in “Motormouth” uno dei brani migliori del disco, con ritmi serrati, rime baciate e un violino che sembra provenire dall’est europeo. Avrete capito che “To Tulsa & Back” è un disco vario e polistilistico proprio come il suo autore. Ma soprattutto è un disco che ha impresso a fuoco il marchio di JJ Cale, un marchio che da oltre 30 è garanzia di grande classe e ottima musica.