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Il disco in questione sembra fare parte di quell’ondata mediatica che da un paio d’anni va tanto di moda: i sosia. Come si trovano persone identiche a Gino Paoli, Bud Spencer e tanti altri, allo stesso modo si trovano sosia di determinati gruppi musicali. Così anche loro ci provano; ma quando si ascolta il lavoro ci si trova davanti ad un’ignobile verità: il cd è terribile. Quello che dovrebbe essere il sosia di Maroccolo (paragone trovato per la rete) non ha per nulla quel suono acido e incisivo; quello che dovrebbe essere il cantante è la copia sbiadita di Francesco Renga che tenta di emulare Piero Pelù mentre canta “Toro Loco” (e ancora cerco di capire la scelta di una voce così.. dare teatralità alle sonorità?), e in più ci pensano la chitarra e la batteria a togliere i punti in comune col dark e il post punk mischiandoli con un suono becero spostato sul “nu” rock, sul funk (bella idea giostrata male, a mio avviso) e su terribili distorti (per non parlare dell’introduzione simil-ebm à la Wumpscut!); mi stupisco quindi che girando per i vari siti abbia trovato riferimenti a CCCP, Christian Death, Bauhaus, Diaframma, Smith, Cure, Litfiba ed elogi ad un album che insegue una forma di suono oscura non riuscendoci per nulla, risultando virata verso un rock/pop pure un pò pacchiano.
La prossima volta invece di sbattervi ad inserire una traccia video nel demo (che poi è un vero e proprio cd) lavorate un pò più sulle idee (dare un senso preciso alle sonorità), sui suoni e sulla composizione (che è un pò troppo povera, molto buone le ritmiche, ma non potete contare solo su loro) cercando di capire dove volete arrivare perchè la tecnica non manca. Ma se lo avete capito, e questo disco lo rappresenta, allora boccio tutto.
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