Stereo Total: Stereo in total

Ci aveva avvisato Brezel Göring, il tedesco spilungone degli Stereo Total. “Suoneremo un’ora di electro pop, discomusic, punk, synthpop, rock’n’roll!” aveva proclamato entusiasta ad inizio concerto. E così è stato. In poco più di un’ora gli Stereo Total hanno dimostrato a tutti che i loro dieci e passa anni di carriera non pesano affatto, e poco importa il fatto di averli passati tutti in seconda linea, poco sotto i riflettori e le penne della stampa. Un live è bastato per far capire che loro hanno più inventiva e genialità di tutte le ultime mode e trend che hanno calcato il panorama musicale nell’ultimo periodo, dai White Stripes alle Chicks on Speed. Folgoranti, lucidi, deliranti e allo stesso tempo irresistibili e fashion Françoise Cactus, la timida francesina del gruppo, con il suo look sixty-pop e quel volto rassicurante da zia, e Brezel Göring, uno dei pochi tedeschi –assieme a Gonzales- che sa abbinare l’elettronica ad uno spirito goliardico irriverente, hanno fatto ballare tutto il Circolo con l’essenziale suono del loro synth. Tutto nell’universo Stereo Total ruota attorno a quel fantastico minimoog capace di gestire basi di batteria e bassi e al cantato femminile della Cactus, cantato che il più delle volte diventa narrato/parlato. Il concerto spazia nella vasta discografia del duo, andando a pescare hit dai primi lavori (Monokini) e attraverso le loro canzoni più famose (per lo più quelle del precedente Musique Automatique) giungere all’album in promozione, Do The Bambi, la cui title track è stata eseguita per chitarra (e che chitarra! A forma di cuore rovesciato!) dalla stessa Françoise Cactus. E’ stato come una bottiglia di champagne che aspettava l’occasione giusta per esplodere… Per i primi venti minuti il pubblico si è caricato, ondeggiando nei tempi surf, tenendo il tempo con il piede i ragazzi e facendo ondeggiare la frangetta davanti agli occhiali le ragazze in prima fila,; i pezzi sono contagiosi e poco importa se i fedelissimi della band, quelli che sapevano tutti i testi, compresi tutti gli artisti nominati in La Passion Du Cinema, erano davvero pochi –per lo più un gruppo di tedeschi alla destra del palco-, ci si sentiva sempre più presi e coinvolti, con gli Stereo total che sembravano trarre ogni volta nuova energia dall’eccitazione del pubblico. Se infatti Françoise Cactus è rimasta calma e posata, sorridendo sempre più compiaciuta della gioia nei volti dei presenti, Brezel Göring già al terzo pezzo era in maniche di camicia, saltellava per tutto il palco con le bacchette in mano (bacchette che con cui ogni tanto suonavano una batteria ridotta all’osso: rullante e charleston) e quando poteva si arrampicava su qualunque cosa avesse a tiro, fosse esso lo sgabello di Françoise o le grandi casse dell’impianto del locale. E poi…al trentesimo minuto (sembra una radiocronaca calcistica) accade il fatto: Françoise invita sul palco una ragazza asiatica presa dal pubblico per accompagnarla alla batteria nel seguente brano “perché per questa canzone bisogna essere in tre”, ha ironicamente spiegato. E tutti avevamo capito. Al primo beat de L’amour a 3, pezzo di punta del gruppo e loro singolo più conosciuto si è scatenata un’euforia incontrollata che ha tramutato il concerto in una festa senza pari. In particolare durante la canzone stessa, con tutti i suoi gemiti di piacere, il Circolo per un momento è sembrato essere un immenso dancefloor in preda a riti orgiastici. Sì orgiastici, complici i passi e gli strusciamene e –soprattutto- l’allegra ragazza che dietro di me ha ben pensato di festeggiare la canzone togliendosi maglietta e reggiseno – you rock!. Il pubblico si travolgeva nei ritmi, lasciandosi a sua volta travolgere da una serie di successi (supergil su tutti) che hanno spinto sempre più sull’acceleratore, facendo concludere il concerto con un’impennata in grande stile, un rozzo e diretto power rock-blues degno dei White Stripes, con Françoise Cactus alla batteria e Brezel Göring alla sua chitarra iper-artigianale (quadrata in stile Bo Diddley) che salutavano eseguendo una My Way prima in onore di Sinatra, poi in onore di Sid Vicious. E’ stato un concerto intenso, reso ancor più indimenticabile dal fatto che nessuno lo avrebbe mai aspettato tale. Chi poteva pensare che una francese paffutella e pacata e un tedesco dal ciuffo ribelle avrebbero potuto scatenare un’energia tale? Bisogna assolutamente approfondirli questi Stereo Total, peccato non lo si possa fare con i concerti…Ma se passano per la vostra città ora siete stati avvisati!