INTRODUZIONE
Questa è la musica a Genova, signore e signori, e accidenti se c’è da esserne orgogliosi. Ormai da qualche anno il Festival delle periferie organizzato dall’associazione Metrodora permette di ascoltare dal vivo nella splendida cornice del parco di Villa Rossi a Sestri Ponente il meglio della musica emergente della città della lanterna. Quet’anno a parte l’ottima organizzazione, a parte le band presenti, a farla da padrone è stata la solita atmosfera che si respira: una favolosa sensazione di festa e d’orgoglio sia sul palco che tra il pubblico sempre più numeroso. Di molti gruppi presenti al festival ho già parlato su queste pagine, spero di non essere troppo ripetitivo.
1° SERATA – 1 GIUGNO
Le nuvole si permettono di oscurare il sole su questa prima serata di festival, ma mantengono un rispettoso silenzio fino alla fine dei concerti per poi sfogare la loro pioggia dopo l’ultima nota. Ad aprire il festival ci pensa una band che semplicemente adoro dell’attuale panorama emergente genovese: i Cut of mica. Un tempo erano i Toxic picnic, ora hanno cambiato nome, ma restano semplicemente fenomenali dal vivo; il loro math-rock è energico, interessante e semplicemente bello da sentire. Gli Adele invece mostrano progressi ad ogni nuova esibizione, quello che sicuramente non manca alla band dell’entroterra sono certamente le idee nel loro indie-rock, particolarmente nelle parti più riflessive e strumentali delle canzoni che risultano sempre gradevoli. Il mio parere sui Visionnaire è abbastanza combattuto. Non li avevo mai sentiti, devo ammettere che buona parte della loro esibizione non mi ha impressionato a parte che per la bellissima voce del cantante, sinceramente mi hanno dato una grossa sensazione di “già sentito”. Nonostante questo l’ultimo brano eseguito è stato molto bello. I Banshee sono semplici e diretti. Propongono un veloce rock che ricorda i migliori Franz ferdinand, la loro esibizione riesce ad essere interessante e coinvolgente mostrando bene le ottime capacità della band. A chiudere la serata ci pensano i Blown paper bags. Il recente tour europeo della band genovese gli ha fatto davvero bene ai cinque musicisti che hanno regalato al numeroso pubblico presente la migliore esibizione che gli abbia mai visto fare, nonostante qualche problema con i volumi. Tra “Panda gang” e “Political dance” hanno riversato sul parco di Villa Rossi un mare di suoni, impossibile non ballare per tutta la loro esibizione.
2° SERATA – 2 GIUGNO
La seconda serata inizia sulle note dell’elegante pop in italiano dei Belzer, a parte qualche momento un po’ insipido la loro esibizione è stata comunque abbastanza gradevole. Come in ogni festival che si rispetti c’è il gruppo che fa un genere che non mi piace. I White ash propongono uno stoner rock molto vicino al metal, genere che non mi appassiona e che quindi non mi sento in grado di giudicare. I Boogamen sono un gruppo storico del panorama emergente genovese, come su disco mi è piaciuta molto l’energica prima parte del concerto, tra punk e hard-core con ottime idee, un po’ meno la seconda parte. Comunque il gruppo può vantare una presenza scenica veramente notevole, gli anni d’esperienza si vedono e la band sa tenere il palco come pochi. Molto scorrevoli gli Humor vitreo, forse pure troppo. Il loro rock d’ispirazione inglese è piacevole, ma mi ha lasciato poco il segno. A concludere la serata ci pensano i Port-royal nuovamente in veste ridotta. Anche se solo in due sul palco confermano le impressioni avute al mù-mù, ossia di come la loro musica onirica è sempre bella, comunque venga proposta, anche se ammetto che spero di rivederli presto sul palco al completo.
3° GIORNATA – 3 GIUGNO
Purtroppo me la sono persa, comunque sarei andato volentieri per sentire Tarick1 (elettronica alla daft punk sempre convincente) e il nuovo repertorio del one-man-band Denize che a quanto mi hanno detto è molto gustoso.
4° GIORNATA – 4 GIUGNO
Il gruppo a cui viene affidata l’apertura della quarta giornata non ha incontrato i miei gusti: ho trovato il pop dei Midia anche se suonato bene eccessivamente modaiolo e adolescenziale. Ciò non toglie che a chi piace il genere probabilmente piacerebbe anche questa band. Che gli Ex-otago siano una delle migliori live band italiane non mi stancherò mai di ripeterlo, e ieri sera non sono stati da meno. Scalmanati e perfetti hanno cantato le solite storie di nonne simpatiche e piccoli verdurieri che devono resistere contro gli attacchi del mercato di massa. Peccato davvero per l’infortunio finale di Alberto che cadendo dal palco si frattura una gamba, ma anche questo è spettacolo e le loro esibizioni migliorano ogni volta. Una bella sorpresa è stata l’originale elettronica dei Jamadda xp, anche se peggiorata un po’ nel finale che diventa troppo dj-set. Così come non m’è piaciuto il gruppo d’apertura non m’è piaciuto nemmeno il concerto dei Matheria, eccessivamente simili ai Subsonica. Ammetto che la loro esibizione non ha toccato ne i miei gusti ne il mio interesse. Il sipario si chiude con il concerto degli En roco, ormai consolidata realtà del panorama genovese. Le loro “canzonette” sono sempre piacevoli, anche dal vivo. Particolarmente ben riuscita la classica “Prima di volare via” ma anche i brani del disco nuovo sanno spesso essere adatti al live. Da rilevare come a ogni loro concerto ci sia sempre più gente, e sinceramente fa piacere vedere come questa band riesca a suscitare grande interesse nel pubblico. Un festival importante per la città, una manifestazione organizzata con passione a cui i genovesi accorrono sempre più numerosi e che dimostra la vitalità di una scena musicale con ottime idee e tantissime cose da dire. I cancelli di villa Rossi si chiudono e non resta che aspettare l’anno prossimo ma ben consci della possibilità che ci viene data di ascoltare spesso questi gruppi, e personalmente ritengo che ne valga davvero la pena.
Foto di daniele assereto