Intervista ai Disco Drive

  • In attesa di vedere il concerto, l’ultima data del tour di ‘What’s wrong with you, people?’, scambiamo due chiacchiere con Jacopo, batterista della band, seduti comodamente all’aperto nel giardino del Circolo degli Artisti.

    Vamp: Ciao Jacopo e grazie per la disponibilità a questa intervista. Siete di ritorno in Italia con l’ultima parte del tour in supporto al vostro album di debutto. Siete stati in giro per l’Europa ma sappiamo bene che per voi non è una novità! Che mi puoi raccontare di queste ultime date?

  • Jacopo: è stato diverso, più duro e faticoso da un certo punto di vista ma con l’album nei negozi certamente più stimolante.
  • Vamp:In inghilterra in particolare come vi siete trovati?
  • Jacopo:è molto molto diverso come mondo musicale, sicuramente diverso anche da come noi ce lo immaginavamo. Uno pensa che essendo la “patria” di musica e tendenze lì il musicista viene tutelato maggiormente… invece, proprio per il fatto che di gruppi in emersione in uk ce ne sono sempre tanti, quando sei ad un livello simile al nostro vieni trattato in maniera un po’ “spietata”… “Queste sono le condizioni del locale, se ti va bene, bene, altrimenti arrivederci” , è questo più o meno il pensiero del Direttore Artistico del locale, perchè sa che fuori ha almeno altre dieci band che spingono per suonare. Pensa che il più delle volte chi organizza un concerto non ti dà neanche da mangiare, nè dove dormire. Il gestore del locale poi, nonostante tu sia l’”attrazione” della serata non ti da neanchè un drink gratuito. Non sono poche le volte che scesi dal palco ci è capitato di doverci far strada tra la gente per comprarci da bere al bancone.
    Sono quelle cose che ti spiazzano… dici “cazzo! Non è possibile!” Ma allo stesso tempo capisci che devi essere davvero determinato per portare avanti la tua musica.
    Questo è anche il motivo per cui un sacco di band straniere amano andare in tour in Europa e in particular modo in Italia. Qui si trovano riveriti, serviti, coccolati… ci credo che ti diverti a fare i tour da noi!
  • Vamp: Di tutte le date fatte mi piacerebbe sapere qualcosa di più su quella divisa con le The Organ e il vostro ultimo Festival in Svizzera, risalente a qualche settimana fa…
  • Jacopo: In svizzera ci siamo trovati benissimo, è uno di quei posti dove non ti aspetti che la musica sia “considerata” così tanto. Alla fine è il posto dove siamo stati più spesso a suonare, sempre in ambito Europeo, e ci siamo sempre trovati benissimo. È tutto organizzato perfettamente e si prendono cura di ogni più piccolo dettaglio.
  • Vamp: E la data con le Organ?
  • Jacopo: è stata a Berlino… Quella data è stata un’incognita. Sapevo che il nome in Italia incominciava ad avere un certo seguito, ma non sapevo del riscontro nel resto dell’Europa, in Germania in particolare. Alcuni dei nostri amici a Berlino non le avevano minimamente sentite nominare. Alla fine il locale era Sold-Out, colmo di gente. Forse è stato anche per la grande comunità gay che c’è a Berlino. Le Organ, a quanto sembra, sono una piccola icona per quella comunità gay e e per le lesbiche, e forse anche per questo il locale si è riempito così tanto.
  • Vamp: Alla luce di tutte queste date come ti sembra sia andato ‘What’s wrong with you people’ all’estero?
  • Jacopo: L’album è reperibile a livello mondiale, ma alla fine abbiamo avuto una promozione “seria” solo in Germania, e da poco in Inghilterra. Il disco ha venduto abbastanza bene in quei due paesi, grazie anche alle interviste e alle recensioni che abbiamo avuto. Al di fuori.. beh, è difficile, molto difficile, soprattutto senza aver alle spalle una promozione che ti porti almeno ad una recensione.
  • Vamp: In Italia se n’è parlato molto, ma ancor di più si è parlato del ‘Very Ep’. Sembra che tutte le riviste e le webzine che prima non vi avevano dato il giusto spazio stanno cercando di recuperare con quest’ultimo lavoro.
  • Jacopo: Non me lo sarei mai aspettato. Per molti siamo stati dei pazzi, far uscire il ‘Very ep’ è sembrato, a prima vista, una mossa suicida. Del resto in Italia non c’è nè il “terreno” nè la “cultura” dell’Ep…
  • Vamp: Molti l’hanno anche visto come un “punto e a capo” nella vostra carriera, come il segno della fine di un’”era” in attesa di un nuovo lavoro. Riascoltandolo invece, ti posso dire, che per me è già come una nuova partenza, un nuovo slancio creativo nella vostra musica.
  • Jacopo: Anche per noi è così. Non volevamo fare un disco per “tirare le somme”, anzi volevamo proprio far vedere il contrario, che i Disco Drive sono in perenne moto. La maggior parte dei pezzi sono nati nel tour, spontaneamente, con l’apporto di Andrea (Pomini ndr). Sono dei passi in varie direzioni, li stiamo sviluppando pian piano.
  • Vamp: Ho visto sul palco la doppia batteria, e anche un mac.
  • Jacopo: Sì, ma non c’è niente di elettronico sotto! Abbiamo solo la linea di una chitarra che deve uscire in spia in un modo, e allo stesso tempo sentirsi fuori in un altro. È una delle nuove partenze su cui stiamo lavorando. Le due batterie sono invece diventate un elemento fisso in ogni set.
  • Vamp: Quindi anche nell’album potremo aspettarci un maggior spazio ai ritmi e alle percussioni?
  • Jacopo: Sicuramente. È stata la prima cosa che dall’uscita dell’album è venuta fuori.
    E’ particolarmente stimolante lavorare con tempi e ritmi che cambiano spesso, ti fanno venire un sacco di idée in testa.
  • Vamp: Per quanto riguarda le registrazioni pensate di provare qualche “presa diretta?” Mi spiego… Molta gente ha sottolineato la grande differenza tra i vostri live e i pezzi registrati. Da un lato ruvidi, abrasivi, sul disco un po’ troppo patinati e lavorati. Forse è anche un po’ “colpa” di Casacci… Per il prossimo lavoro avete già qualche nome in testa come produttore, o qualche particolare tecnica nel registrare?
  • Jacopo: Per il futuro è ancora tutto incerto, abbiamo un paio di nomi da sentire, e c’è anche l’ipotesi che il disco nuovo ce lo produrremo da noi. Del resto ce l’abbiamo in testa già tutti, e sappiamo come deve suonare. Vorremmo anche ridurre al minimo possible il distacco che c’è tra il live e le tracks registrate. Ma in un certo senso è giusto che le due cose siano distinte. Personalmente lo preferisco… Mi piacciono quei gruppi che sul disco mi conquistano e dal vivo mi stupiscono, mi spiazzano. Alla fine è questa la peculiarità del concerto. Salire sul palco e rifare le stesse canzoni, è più roba da cover band.
    ‘What’s wrong…’ è venuto fuori così perchè stato molto lavorato in studio, perfezionando suoni e chitarre. È stata una scelta consapevole che non rinneghiamo, ci piaceva avere un disco “pulito”.
  • Vamp: Peccato che molti, superficialmente al primo ascolto, vi hanno definito come la risposta italiana al punk funk.
  • Jacopo: Quella è stata una bella sfiga. Pensa che noi l’abbiamo scritto e registrato almeno un anno prima del boom.
  • Vamp: Ma era in testa anche da prima, diciamolo. Avete fatto tre anni di live in giro per l’Europa, e senza etichetta…
  • Jacopo: Già. C’è stato un momento in cui ci siamo detti “se il disco esce adesso potremmo anche fare la figura dei precursori!”. Poi invece il disco è slittato di troppi mesi e alla fine la gente diceva “ecco i soliti italiani che hanno sentito I Rapture e li hanno copiati”. Vaglielo a dire che mentre registravamo i Rapture non erano ancora usciti.
  • Vamp: Ma alla fine avete avuto il giusto merito. Se cerchi sulla rete ci sono molti report e commenti delle vostre date live, in particolare quelle con i Settlefish.
  • Jacopo: Di questo non mi lamento, semplicemente se fosse uscito quando era stato pensato ci saremmo evitati una serie di scomodi paragoni. Perchè alla fine non ci sono state critiche nè stroncature… Solo che quelle due righe iniziali che spesso apparivano in ogni recensione “potrebbero sembrare la risposta italiana ai Rapture… ma sono molto di più”, alla fine hanno sempre il loro peso.