Dente – Anice in bocca

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Un disco particolare, per certi versi speciale, per altri assolutamente non trascendentale. Canzoni costruite con poco, di una semplicità forse esagerata. Registrazione in casa, chitarra acustica, accordi basilari, qualche arpeggio più azzardato, qualche suono diverso ed estraneo per spezzare la routine. A fare da contraltare all’essenziale, per non dire minimale, parte musicale e a rendere il progetto di Dente degno di essere ascoltato sono i testi: ironia e sentimento. Tanta ironia e tanto sentimento. Nelle dosi giuste però. Piccoli assaggi di musica e di vita in cui i rapporti con le persone si rivelano sempre complicati, difficili, a volte perennemente sbagliati. Una frase per tutte (che poi da sola costituisce il testo di Novemilaore): “Forse è colpa mia se non hai retto più di quasi novemilaore”. Come dire che il tempo fa storia a sé, che basarsi su di esso fa sì che tutto risulti sballato: sarà forse per questo che il disco dura poco più di mezz’ora e le canzoni sono sedici?