Disco Drive

ALESSIO:
This Heat – "Out Of The Cold Storage": cosa dire dei This Heat. Il mio amore per loro è scoccato solo 4 anni fa. Ricordo ancora il giorno in cui un mio caro amico mi masterizzò Deceit ed io ascoltandolo esclamai "cos’è questa roba?!?!". Poi lo riascoltai e fu subito amore. Il primo pensiero fu che quel disco suonava come se fosse stato registrato nel futuro. I This Heat furono tutto prima di tutti. Tutto. I loro pezzi suonano freschi ed alieni. Sperimentano tutto lo sperimentabile. Fuori dal mondo e dalla realtà. Spaventano. Hanno un’intensità che spaventa. Questo è un cofanetto di quattro cd che raccoglie tutto quello che il gruppo ha registrato più un live inedito a dir la verità un po’ inutile. Ma i due album in studio This heat e Deceit sono puro oro. Il mio gruppo preferito.
Can – "Ege Bamyasi": beh, diciamo che This Heat e Can distruggono tutti i dischi proposti da me e dai miei colleghi qui sotto. Per i Can vale lo stesso discorso fatto per i This Heat. Altro gruppo composto da alieni. Uno dei gruppi più seminali di tutti i tempi che, in ambito rock, è riuscito a fare
tutto meglio di tutti. Ogni loro disco è un discorso a parte. Questo e Tago Mago sono i miei preferiti. Il primo pezzo che ascoltai dei Can fu "Mushrooms", la numero due di Tago Mago e mi sentii perso. Davano un programma su Radio Rai ed io avevo 15 anni. Mi ricordo che chiamai mio fratello. Lui spalancò gli occhi e mi disse "domani andiamo a comprarlo!". James Murphy dovrebbe fargli un monumento ai Can, cazzo! L’altro mio gruppo preferito.
Arthur Russell – "First Tought": Un altro alieno! Anche lui l’ho scoperto tardi ma me ne sono subito innamorato. Altro artista seminale che ha influenzato centinaia di gruppi dalla dance all’avanguardia. Un Uomo che riusciva a fare dei pezzi incredibili solo con voce e violoncello. Uno dei migliori musicisti/produttori che New York abbia mai avuto. EROE!!!
Animal Collective – "Sung Tungs": Il cd che sto ascoltando maggiormente in questo tour. Il primo pezzo lo metterei tra i pezzi più belli ed emozionanti degli ultimi dieci anni. Giuro!

MATTEO
Microphones – "Mt. Eerie" (K, 2003): Phil Elvrum non ha mai avuto un approccio "convenzionale". La sua ispirazione è straripante, al punto che il nostro ha tipo 3 moniker dietro i quali opera. O forse di più. Questo disco è diviso in 5 canzoni, ma potrebbe essere una sola, dilatata e bellissima. Roba talmente intima che quasi ci si chiede se sia stata scritta con l’idea
di essere pubblicata. Il lo-fi nella sua più bella manifestazione.
Hood – "Cold House" (Aesthetics, 2001): Gli Hood sono una mia particolare fissa. Questo album, in particolare, potrei tranquillamente definirlo un "disco della vita", nel senso che ha davvero accompagnato moltissimi miei momenti. L’ho praticamente consumato. Il suono è malinconico e trasuda nuvole inglesi. Tra digitalismi freddi e chitarre acustiche filtrate si scorgono, ogni tanto, le voci dei due cLOUDDEAD Why? e Dose One, vale a dire due dei più ispirati artisti degli ultimi anni. Cosa farei senza questo disco?
Grizzly Bear – "Yellow House" (Warp, 2006): Una volta dicevi Warp e subito ti venivano in mente Autechre e Aphex Twin…elettronica fredda e paranoide. da qualche tempo però le cose sono un po’ cambiate e questo disco, splendido, dei Grizzly Bear lo dimostra. Disco sospeso, intriso di atmosfere di un tempo lontano ma baciato dalla bellezza delle sue composizioni, degli intrecci vocali maestosi (scuola Beach Boys), dalla profondità di arrangiamenti. La mia band dell’anno appena trascorso.
Wilco – "Yankee Hotel Foxtrot" (Nonesuch, 2002): All’uscita, lo confesso, fui tiepidino nei suoi confronti. Bastarono pochi mesi per farmi cambiare totalmente opinione. Ora sono Wilco-dipendente, non posso fare a meno di consumare i loro album quotidianamente. Certo è che "Yankee" è qualcosa di extraterrestre. Tweedy scrive canzoni fuori dal tempo e Jim O’Rourke ha trovato il modo di dar loro un suono profondo, emozionante.

JACOPO:
Spank Rock – "Yoyoyoyoyo"
Bromheads Jacket – "Dits from the commuter belt"
Maximum Joy – "Unlimited" (1979-83)
Love Is All – "Nine times that same song"