Approfitterò di questa serata per esprimere il mio punto di vista su una certa scena/attitudine “alternativo-noise-estrema” (tutte parole orrende, usate e abusate per parlar d’aria) italiana.
Total S.ex. Fest è una due giorni, e qui parlo del primo, perché il secondo ancora deve venire e non so se ci vado. Protagoniste della serata in questione: Mushy, IOIOI, Miss Violetta Beauregarde e Clapsclap, che inspiegabilmente lascia il palco dopo dieci minuti. Serata al femminile, pubblico di ottanta persone a dir tanto – evito di parlare specificatamente di alcuni tipi umani presenti altrimenti mi esce un saggio sociologico – e un’impressione piuttosto positiva di quello che è tutto un mondo molto autoprodotto, genuino, vivo e purtruppo soffocato da una certa e ben nota tendenza esterofila di noi italiani. Mi spiego? L’esempio è lampante: qualunque bravo bimbonoise post-2000 ha per obbligo morale sul suo Ipod l’intera discografia delle OOIOO, in quanto “eh il giro boredoms, c’è Yoshimi, eh son giapponesi”, ma probabilmente nessun bimbonoise ha sul suo Ipod niente di IOIOI, e dubito che il motivo stia nelle piccole differenze di monicker. E, in barba a tutti i bimbinoise, IOIOI (al secolo Cristiana) sale sul palco, imbraccia la chitarra, accende il delay e comincia a fare un casino della madonna torturando le corde, per poi trascinare tutti (tranne i metallari impegnati nel dire “eh ma che cavolata suonare così”, “dove sono le scale in trentaduesimi”, “lo so fa pur’io”) in una spirale di: rock, noise, giocattoli luminosi, ruvide ballate nipponiche, urla straziate et strazianti, elettronichina laptop, danze oni(riche), gorgoglii e gorgheggi, il tutto compresso e rielaborato con un’attitudine pop-acida, una presenza scenica invidiabile, una sicurezza e un’energia che lasciano qualche sospetto di possessione demoniaca. Cristiana urla, recita, piange, tanto che quando è il turno di Miss Violetta Beauregarde l’esordio è del tipo “un altro applauso per IOIOI, che io dopo di lei non son degna di stare su ‘sto palco”. La modestia fa sempre piacere, la nostra Miss s’è tuttavia dimostrata degna e coinvolgente, seppur il volume del Sinister Noise non fosse esattamente adatto a roba di questo tipo che dovrebbe far vibrare gli organi interni e far male alle orecchie. E qui spenderei un paio di righe per fare un altro discorso, un discorso su Miss Violetta, che poi è lo stesso che faccio da mesi, quando il suo “Odi Profanum Vulgus et Arceo” è uscito per Temporary Residence (con un ”Mioddio!” generale del mondo indie). Violetta Beauregarde urla e si contorce su schegge di elettronica hardcore dall’attitudine punk con spunti breakcore e una certa acida autoironia. Può piacere o no, puoi stare sotto al palco a agitarti o uscire dal locale: condivido ampiamente la libertà di giudizio individuale. Io mi sono divertito perché lei mi sta simpatica e sono tamarro dentro, altra gente è uscita a prendersi un cornetto. Quello che non condivido, e che si ricollega al discorso di prima sull’esterofilia dell’alternativo
è l’inspiegabile astio rilevabile nei suoi confronti da una sorprendente percentuale di persone, persone che – ci metterei la mano sul fuoco – se lei si fosse chiamata Byorettu Beurugarudu e avesse avuto gli occhi a mandorla sarebbero accorsi in prima fila a scapocciare sui fantastici ritmi di questa femme fatale dell’hardcore nipponico. Ma è italiana, era una suicide girl, allora è una puttana, fa schifo, deve morì, e sfoghiamo un po’ tutte le nostre frustrazioni sessuali su di lei, che nello scatenare queste reazioni da tipico maschio italiano (alternativo sì, ma solo nel vestiario) è bravissima, e probabilmente ci si diverte pure. Capisco che più che un live report vi state trovando a leggere uno sfogo disorganizzato sia nei contenuti che nella consecutio temporum, ma ormai è uscito così, quindi torniamo all’inizio della serata, con Mushy, decisamente più pacata, che su basi ambient noise piuttosto standard gioca con la sua voce da sirena postmoderna, tra dissonanze e feedback onirici. E poi a Clapsclap, che in verità non conoscevo neanche di nome, in trasferta dagli U.S.A, altra fanciulla che condisce timidi accenni di glitch/noise da laptop con un ansimare di ovvio richiamo sessuale. Niente di che, poi è sparita dal palco dopo poco, quindi non posso dire altro su di lei. Posso invece dire altro su IOIOI la quale, al mio chiederle se i testi in giapponese fossero sensati o no, ha risposto “Alcuni sì, altri no.” Posso fare i complimenti a chi ha organizzato la serata per le buone scelte e per la politica di prezzi e ingresso intelligente, senza dimenticare il Sinister Noise che sta ospitando una serie di gran begli eventi.