Offlaga Disco Pax – Bachelite

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Affrontare la realizzazione, e prima ancora il concepimento della recensione del nuovo album degli Offlaga Disco Pax per me non è stata roba da ridere.
Il successore di ‘Socialismo Tascabile’ si chiama ‘Bachelite’.
La confezione cartonata è curata con indiscutibile qualità da Enrico Fontanelli.
Al suo interno il disco, nove tracce, una durata complessiva qualcosina oltre i cinquanta minuti.
Con minutaggio quindi pressappoco speculare al precedente albo, ‘Bachelite’ dipana le sue storie con accezioni più cupe del previsto, ma al contempo con un’ ironia maggiormente cristallina se possibile.
Parlare dei testi credo che potrebbe essere solo un tentativo di argomentare in modo prosaico e banalizzante qualcosa che scontato non è per niente.
Le vicissitudini private di Collini si amalgamano con perfetto equilibrio al periodo storico di riferimento, e le compenetrazione di intenti, desideri, schegge di memoria sociale e di partito assumono connotazioni narrative qualitativamente davvero alte.
‘Bachelite’ è un disco intelligente: non ci sono scopiazzature autocelebrative nè trucchetti di mestiere; al suo interno c’è davvero un grande ampliamento dello spettro sonoro della band, che ha accentuato il lato elettronico analogico, lo ha messo in risalto.
E� infatti una lietissima notizia: gli Offlaga hanno deciso di approfondire maggiormente il lato elettronico che forse nel primo disco poteva essere visto naif sotto alcuni punti di vista.
In questa direzione è stato focalizzato il sound della band, grazie anche all’aiuto dei vari ospiti che hanno partecipato alla realizzazione del disco, dal “noto” strappa biglietti Jukka Reverberi a Francesco Donatello, che oltre della cabina di regia si è occupato delle batterie acustiche e della produzione artistica, da Andy Fumagalli ex-Bluevertigo a Debora Walker che ha impreziosito Sensibile con parti di cello, da Nicola Manzan a Marco Aicardi.
E allora ci ritroveremo a scoprire in Cioccolato I.A.C.P. chi è che sa qualcosa del Toblerone, ci ritroveremo a commuoverci nella conclusiva Venti Minuti nella quale Max parla del suo rapporto conflittuale con il padre che non c’è più, apprezzeremo Onomastica ed il suo giro di basso che sembra uscito fuori dalle migliori cose post’77 condite col sax di Andy, e sorrideremo quando Max fa il verso a Piero Pel nel pronunciare Morgana in Dove ho messo la Golf?; e poi ancora Ventrale, probabilmente e papabilmente il singolo, Sensibile che parla di Francesca Mambro e di “Giusva” Fioravanti, e che si chiude con una verità sconcertante ma aihmè reale: “la signora Mambro e il camerata Fioravanti sono fuori di galera. Fa male ammettere che al momento vincono due a zero”; Carlotta Superchiome che in realtà è bionda, le riflessioni di Lungimiranza e Fermo! delicata e sottile.
Partigiani reggiani.