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“Conor Oberst è molto sopravvalutato, però in fondo qualcosa di memorabile l’ha fatto.”
“Conor Oberst chi? Quello dei Bright Eyes? Quell’antipatico che pareva essere la nuova speranza di rinascita dell’indie americano? Non fa per me. Troppo pieno di sé perché io possa prenderlo in considerazione.”
“Proprio lui. E non dovrebbe essere ricordato per Bright Eyes, che a dire il vero non ho mai capito se è il suo nome d’arte o il nome del gruppo. Dovrebbe essere ricordato per tutt’altro, ma la gente sembra essersene dimenticata. O forse non ha ascoltato con la dovuta attenzione.”
“O magari non ha voluto capire, troppo impegnata a correre dietro ai fantocci che fanno la felicità della stampa specializzata. Sei solo un illuso.”
“Forse sì, però lo nascondo bene. E credo ancora che Conor Oberst sarà in grado di regalare il capolavoro definitivo in grado di consegnarlo alla leggenda. Se solo si decidesse a scendere dal piedistallo e abbandonando la spocchia tipica di chi si crede superiore…”
“I Bright Eyes ormai sono roba buona per come sottofondo per i reportage di Lucignolo. Non c’è nessuna via d’uscita.”
“D’accordo, ma il punto non è questo. La questione fondamentale è un’altra. La questione è che roba come i Desaparecidos non si regala a nessuno, e che in fondo bisogna avere grosso talento per scrivere roba così perfetta, limpida, cristallina. Forse non ci crede più, forse Oberst è rimasto imprigionato nel personaggio che da troppo tempo interpreta.”
“Allora vallo a liberare tu, visto che ci tieni così tanto. Ma poi chi sarebbero questi Desaparecidos?”
“Un side project di Conor Oberst, di più non ti dico. Devi ascoltarli per capire, ma forse non ne avrai mai il coraggio.”
“Bravo. Hai capito tutto. Dai dimmi di più, dammi almeno un motivo valido per ascoltarli.”
“Un gruppo che più che un gruppo è stata un’attività ricreativa di Oberst ed altri musicisti del suo giro. Un disco e nulla più. Memorabile anche solo per il titolo: ‘Read Music/Speak Spanish’. Dopo questo, il buio totale. Di loro si sono perse le tracce, ed i Desaparecidos restano solo un bel ricordo.”
“La faccenda comincia a farsi interessante. Di che si tratta?”
“Praticamente un bignami di tutto l’indie rock dal 1987 al 1991, suonato con gran classe e gusto sopraffino. Più o meno, come se il mondo si fosse fermato un attimo prima del botto dei Nirvana e i Desaparecidos avessero scattato una serie di polaroid per immortalare le gesta dei protagonisti della scena.”
“Quindi, un gruppo che piacerebbe molto a Douglas Coupland.”
“In un certo senso sì. Hanno un alta dose di emotività, evocano scenari concreti, sono veri e rabbiosi. Più emo dell’emo. The Happiest Place on Earth è da lacrime agli occhi, praticamente un inno a ciò che i Cure non hanno mai avuto il coraggio di essere. Greater Omaha sono i Maximo Park in speed (n) anni prima della loro nascita. Man and Wife, The Latter sono gli Hüsker Dü suonati con un giradischi difettoso. Un disco del genere manda a letto senza cena tutti i ragazzini viziati che infestano le pagine di NME. Ma devo smetterla di spiegarti le cose, tanto non te ne frega nulla e tra cinque minuti ti sarai già scordato tutto quanto.”
“Invece mi hai convinto. Corro subito a scaricarlo, ed appena ho tempo lo ascolto.”
“Trova un’oretta libera e immergiti un paio di volte in un’opera di tale portata. Studia ogni sua sfumatura ed impara cosa è importante nella vita e cosa non lo è. Renditi conto di come Conor Oberst stia buttando via il suo talento sputando fuori dischi tutti uguali. Conor Oberst è questa roba e nient’altro, deve solo rendersene conto. E soprattutto, un disco come ‘Read Music/Speak Spanish’ va comprato originale. Cercalo, con un po’ di fortuna in un negozio ben fornito lo trovi. Al limite ordinalo in rete. Mi ringrazierai a vita.”
“Sarà fatto, anche se pretendere che io ti ringrazi a vita mi pare eccessivo.”
“Ricordati: mai porsi troppi limiti. Nella vita, la presunzione e l’arroganza sono doti fondamentali.”