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Di loro si trovano tracce in tutto il sottobosco-newyorkese-che-conta in fatto di composizione art piaciona, dai Boredoms e le loro recenti settantasette batterie alla compilation ‘Pisspounder’ della Deatbomb Arc che raccoglie il meglio (a detta loro) della nuova (a detta di alcuni) scena freak noise americana, che ultimamente pare virare verso la parte tribale/urlata della cosa.
Da parte loro i Big A little a ci mettono tre batterie, un synth e le idee di Animal Collective e Black Dice: il risultato finale è ben al di sotto delle aspettative, una forma di pop blando batteristico che vorrebbe esibire potenza e affiatamento degni di un coro da stadio ma che rimane stagnato in declamazioni all’amatriciana ed estetica sonora da bidoni dell’immondizia.
Tutto il plot sonoro scivola così a sottostare a quella che pare la moda del momento: pentolame & black music da discount. I ritmi rallentano, gli attacchi schizofrenici di quello che qualche anno fa ci sembrava la “nuova via del noise e del rock” scompaiono del tutto e aumenta quest’aria da terzomondismo militante..

Chissà che succede ora, se nella Brooklyn arty qualcuno spara a volume inaudito la nostra Ombelico del Mondo..