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7 Marzo 2011 | Fiction | Elbow.co.uk |
The Birds
A distanza di tre anni gli Elbow, con Build a Rocket Boys, hanno il compito (antipatico) di reggere il peso di un precedente multidecorato disco : The Seldom Seen Kid. La band di Manchester, al quinto album in studio, si mette in gioco con l’ombra minacciosa di attese pesanti come macigni.
Ad ascoltare le prime note di The Birds, l’opener del nuovo componimento, si profila da subito la sensazione di una conferma, anzi la conferma che aleggiava attorno a questo progetto. Un brano delicato che nasce sulle corde classiche degli Elbow, dove la voce di Guy Garvey è la colonna portante sulla quale poggiano sonorità brit pop, melodiche e sperimentali. Un primo step che suggerisce, senza mezze misure, il mood che avrà Build a Rocket Boys.
Lippy Kids, ad occhi chiusi, è un intro ipnotizzante di un accordo di piano, portato all’esasperazione fino all’apertura di una scala suonata in chiave calante (giusto per acuire un’ eco emozionale che sorregge questo piccolo gioiello di note, sorretto dalla partecipazione dell’Halle Youth Choir). Non mancano situazioni di completo abbandono all’interiorità, all’emozione da toccar con mano, in Jesus Is a Rochdale Girl, una confessione fatta di voce, chitarra acustica e piano. Se da una parte si amplifica il lato intimista della band britannica, dall’altra si apprezzano spunti più ritmati e strong. High Ideals e Neat Little Rows, offrono la facciata più ruvida e cattiva del full lenght, con linee melodiche sincopate e battenti che modulano a dovere il registro facendo emergere l’ala più pop del quintetto.
Le fattezze dei suoni di questo disco non si distanziano mai troppo dal precedente lavoro, è come se il tempo si fosse fermato e gli Elbow avessero semplicemente registrato il lato B del loro nastro. Il talento della band è assodato per la facilità con la quale mettono assieme vere e proprie hits ad ogni appuntamento, pezzi che, da soli, reggerebbero l’intero fatturato. Una continuazione fortunata che, seguendo le ali di un successo, non può che planare dolcemente in un acclamato bis.