Music Geek Speciale: Bjork – Biophilia


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Nella precedente puntata di Music Geek si era parlato del progetto “Biophilia”, primo vero ibrido tra album musicale e app per iPad, partorito dall’inesauribile creatività di Björk. Un simile concentrato di tecnologia è però troppo articolato e soprattutto importante dal punto di vista dell’innovazione per non approfondirne le peculiarità.

Partiamo quindi dalla genesi, ovvero da cosa è scaturito l’evolversi di un simile progetto. L’aspetto didattico ha giocato sicuramente un ruolo chiave: l’idea di un museo della creatività musicale, in cui in ogni stanza si impara qualcosa sulla composizione, era da tempo un pallino di Bjork, mai realizzato a causa di diverse problematiche tecniche. A questo si aggiunge la costante volontà di migliorare la dimensione live e in generale il rapporto col pubblico, da sempre essenziale nella carriera dell’artista islandese. Già dal 2007, per il tour di Volta, erano stati utilizzati strumenti “touch” durante le sue performance, mentre il tema della fusione tra organico e meccanico, risale ancora a prima e rappresenta un’urgenza espressiva quasi viscerale per la cantante.

Così è avvenuto che quando tutti questi elementi si sono trovati di fronte alle possibilità offerte dal tablet di Steve Jobs, a Björk si è accesa un’immensa lampadina: c’erano finalmente tutte le potenzialità per costruire quel qualcosa di rivoluzionario che finora era potuto esistere solo nella sua mente.

Il passo successivo è stato trovare chi poteva tradurre in realtà gli astratti concetti di Biophilia. Programmatori, designers ed esperti di vario genere sono stati contattati per formare un team e sintetizzare il tutto nelle giuste forme e linguaggi. Solo attraverso un grosso lavoro tecnico ed organizzativo dunque, si è arrivati al risultato finale.

Risultato che consiste, in sintesi, in una serie di esperienze sul rapporto tra le strutture musicali e i fenomeni della natura e nella loro esplorazione dall’atomo al cosmo.

Per assimilare e comprendere al meglio Biophilia ( qui il link per scaricarlo da itunes )è necessario provarla con i propri polpastrelli, ma ecco brevemente cosa potrete sperimentare attraverso il vostro iPad e qualche euro di acquisto:

Cosmogony

E’ una sorta di karaoke organico, che traccia un percorso grafico basato sulla melodia della canzone. Si tratta dell’unica canzone/app gratuita e già compresa nell’app madre.

Moon

E’ un sequencer basato su uno scheletro umano, percorso da strane forme tubolari e circondato da fasi lunari, che si accendono seguendo le note della canzone.

Thunderbolt

Modularori di frequenza con scariche elettriche in stile Tesla, che a ritmo del pezzo si animano e incrementano nuove forme geometriche.

Crystalline

Ci si muove in una serie di tunnel tra poligoni colorati, con la possibilità di creare e salvare nuove forme, strutture e sonorità.

Sacrifice

si compone essenzialmente di un “music soundwriter notation tool”, che permette di comporre del testo associato alla musica, generando un pentagramma fatto di lettering bizzarro e colorato.

Hollow

Forse la più immersiva e graficamente meglio riuscita. Ci introduce in un sistema venoso, raggiungendo poi la struttura genetica e i filamenti di dna, lasciando a bocca aperta per bellezza e suggestione dei modelli.

Solstice

uno stilizzato albero di natale suonabile ed ispirato al sistema solare, che attraverso raggi di luce evidenzia le orbite dei pianeti, associandole a delicate note di pianoforte.

Dark Matter

un’applicazione molto istruttiva: graficamente si presenta con piccole fiammelle collegate tra di loro e percorse da particelle che ricordano lontane galassie nebuloso. Lo schema interattivo è pensato per l’apprendimento guidato di scale cromatiche e sonore in vari livelli di difficoltà.

Mutual Core

l’idea di base è la struttura del nostro pianeta e gli strati che lo compongono. smontate la terra come una matrioska ed utilizzate i vari pezzi per fare musica.

Virus

riproduce il ciclo di vita di un virus. per ascoltare la canzone è necessario lasciare che la cellula venga attaccata dal virus, fino alla sua distruzione, contemporanea alla fine della canzone.

Come avrete capito ogni applicazione è associata ad una canzone dell’album e offre un tipo di interazione diverso a seconda del fenomeno scientifico raccontato dal brano. Manipolazione sonora, grafica e testuale sono comunque gli elementi di base, che conferiscono all’intero album un senso più ampio, che va oltre il semplice ascolto e i soliti videoclip.

Ho letto molte critiche sulla stravaganza, inutilità e inconsistenza di questo progetto. Normale, i pionieri in qualche modo offrono sempre il fianco ai pareri negativi di chi ancora non capisce cosa sta guardando. Personalmente lo trovo invece geniale e poetico per intuizione, splendido dal punto di vista realizzativo e determinante nell’aprire una nuova strada su cui ora tutti potranno misurarsi.

Anche se, mi rendo conto, Björk è avanti qualche anno luce rispetto all’establishment musicale. Ci sarà da aspettare.

Fonti: Wired.it