Attitudine e Visual: È un tripudio di attimi “cosmici” e istanti elettricamente terreni in un alternarsi di sperimentale potenza rock e lucente creatività elettronica a fare da cornice temporale, tra scenari concreti e ideali, agli Aucan durante il loro live al Circolo Degli Artisti. Giovanni “Jo” Ferliga, Francesco D’abbraccio e Dario Dassenno salgono sul palco rigorosamente incappucciati come una confraternita pronta a officiare un rito moderno, poderoso e avanguardistico tra nuvole fumose, luci stroboscopiche, visual video lisergici e caleidoscopici, colori e pulsazioni. Il trio inanella così un discorso live fatto di dubstep cruento e puro, breakbeat sghembo, sperimentazione più puramente rock, lievi sfumature impercettibilmente ambient e dance, spire minimali, voce processata e a tratti di derivazione rap e hardocore ravvisabile anche su alcune strutturazioni ritmiche più dure proposte durante il concerto.
Audio: Ottimo e capace di rendere tutte le sensazioni elettroniche proposte dal gruppo con una attenzione particolare ai bassi pulsanti e vibranti.
Setlist: Gli Aucan propongono sul palco dei brani provenienti da Black Rainbow (2011), Black Rainbow Remixes (2012) e da DNA (2010) restituendo loro nuova luce e ulteriori trame compositive differenti e inusuali. Non manca inoltre la presenza musicale di alcuni pezzi inediti.
Momento migliore: L’intera ed efficace potenza del live fatta di vuoti colmi e pieni strabordanti, vigore ritmico ed esplosioni di vitalità, in un’immersione sonora totale costruita su bassi energici, synth a metà strada tra l’etereo e il ruvidamente tangibile e batteria dagli stacchi robusti e letali.
Locura: Nessun episodio rilevante di Locura, ma tanta energia e voglia di lasciarsi trasportare dai suoni in una danza quasi ipnotica.
Pubblico: Un pubblico caloroso pronto a ballare seguendo le derive ritmiche del sound degli Aucan, tra braccia alzate e sentiti applausi.
Conclusioni: Gli Aucan confermano live la loro originalità, il loro stile personale ed energico, la loro penetrante presenza scenica che esplode in una sorta di viaggio liberatorio. Un terremoto di elettronica e rock, una trance sincopata e poliritmica tutta da scoprire.