Acquista: | Data di Uscita: | Etichetta: | Sito: | Voto: (da 1 a 5) |
2013 | acidcobrarecords | ulanbator | ![]() |
Una rivoluzione che ha in sé i germi dell’evoluzione, follia compositiva visionaria che destrutturando le regole atmosferiche del suono genera sensazioni intense e incubi sonori appaganti.
Quella degli Ulan Bator è una storia lunga vent’anni ben radicata a un’evoluzione sempre imprevedibile e a una trasformazione che rifugge i canoni della linearità. Una mutazione irregolare la loro che cambia continuamente forma e contorni inseguendo i dettami della sperimentazione e che con l’ultimo En France/En Transe acquista maggiore energia dinamica, oblio ritmico e attitudine vulcanica. Attraverso la figura del leader Amaury Cambuzat e con una line up completamente rinnovata (Diego Vinciarelli al basso e al piano Rhodes, Luca Andriola alle batterie e alle percussioni e Nathalie Forget alle voci e alle Ondes Martenot), En France/En Transe si nutre di sonorità sporche e oscure, di nuove e imprevedibili traiettorie sonore e di un post rock sghembo e dallo stile cupo caratterizzato da tutte le strutture tipiche della band, senza tralasciare l’intensa identità della fusione tra suoni, voce e parole.
C’è così l’oscurità spigolosa (Take Off), lo spasmo tribale e granitico (We R You), il rumore opaco e la graffiante distorsione (Bugarach), la feroce matematica sonora e la violenza luciferina, molto più marcata rispetto ai precedenti lavori, e ci sono le suggestioni più morbide e mistiche (Song For The Deaf, En France/En Transe), il tutto immerso nella cura ricercata, enigmatica e quasi immateriale del suono.
[schema type=”review” name=”Ulan Bator – En France/En Transe” author=”Ida Stamile” user_review=”4″ min_review=”1″ max_review=”5″ ]