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30 settembre 2013 | Merge-Records | Merge-Records |
Melodia e fragore, sperimentazione e asprezze armoniche più “classiche” si fondono e si confondono tra loro.
Polvo, un nome che assume significati differenti (polpo in portoghese, polvere in spagnolo e anche atto sessuale in slang) così come diverse sono le anime del gruppo e di questa nuova creatura Siberia. Un album uscito quasi in sordina, senza far rumore, che conserva tutta l’unicità di una band, che dagli anni Novanta, inseguendo i dettami di Sonic Youth e Dinosaur Jr., ha fatto propria la giusta fusione e l’equilibrata contrapposizione tra melodia e accordi dissonanti, tra la forma canzone più propriamente detta e l’acidità math rock.
Dopo lo scioglimento nel 1998 e la reunion del 2009, lavori importanti come Cor-Crane Secret (1992) ed Exploded Drawing (1996) e album meno incisivi come In Prism, Siberia racchiude in sé lo spirito stesso dei Polvo. Tra timbri acidi, destrutturazioni progressive, melodie vocali ruvide, chitarre compresse e sempre in prima linea, armonie dai canoni più classici e ritmiche più morbide e pulite, la band di Ash Bowie (voce) e Dave Brylaski (chitarra), accompagnati dal Brian Quast e da Steve Popson al basso, conserva in Siberia l’energia di una volta e una sempre raffinata e incisiva esacromia compositiva e stilistica.
L’iniziale Total Immersion scivola lungo intrecci ritmici incalzanti, mentre lunghe progressioni (Blues Is Loss) si sposano ai synth (Light, raking) e a tappeti lisergici (Changed). I Polvo conservano dunque la loro impeccabile identità di sempre e Siberia restituisce in toto una formula musicale sempre elegante e ben definita, tra cacofonia sonora mai stridula e risonanza melodica equilibrata.
[schema type=”review” name=”Polvo – Siberia” author=”Ida Stamile” user_review=”4″ min_review=”1″ max_review=”5″ ]