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10/03/2014 | Autoproduzione | TheGluts.org | ![]() |
Milano è una bella città, ma un posto del cazzo se si parla di musica
Questo il giudizio di The Gluts sulla loro madrepatria. Con orgoglio coatto, sarebbe bello contestarne la prima parte con un coro di c’avete solo la nebbia, ma magari per loro sarebbe un complimento: la cortina di distorsione riverberata che si propaga per tutto Warsaw basta da sola a delineare l’anima della band. E se non bastasse, arriva la copertina del disco a chiarire la faccenda: un manipolo di bambini che ricorda la pellicola “Il Villaggio Dei Dannati”.
E se ancora non bastasse, vanno capiti i testi dei Gluts: nonostante l’effetto straniante del loro sound tra Grunge e Noise-Punk à la A Place To Bury Strangers, vengono trattate tematiche di una realtà spiazzante (la violenza sulle donne in ‘Rag Doll‘, la guerra e i suoi falsi eroi in ‘Vietnam‘). Ma, ovviamente, con un minimo di acume già dal titolo si può intuire che non stiamo parlando di rose e fiori: Varsavia è i Joy Division delle origini, l’impulso vitale sotto il grigiore totalitarista, l’eleganza del disfacimento.
Eppure, in un allestimento così studiato rimane qualcosa che non convince, qualcosa che fa perdere compattezza al progetto. Sicuramente, dai tempi di ‘Early November‘ il trio composto dai fratelli Campana e Claudia Cesana ha fatto grandi passi avanti; ma rimane una voce a tratti approssimativa (soprattutto in ‘Rag Doll’ e ‘Don’t Believe’), e una ricerca estetica in potenza che forse risente dell’organizzazione DIY della band (sempre ammirevole, The Gluts non sono neppure segnati ad alcuna etichetta).
Rimane il fascino di alcune trovate come il mixaggio londinese di James Aparicio (Liars, Spiritualized) e la predilezione del formato vinile personalizzato+digitale, e ovviamente la potenza dei brani migliori: il singolo ‘Please Be Patient With Your Dad‘, con il suo riff martellante e la batteria in continua evoluzione, e ‘Ice Man‘, dove il basso rutilante la fa da padrone.
“The loudest band in Milan”, come qualcuno li ha definiti, è sulla buona strada, ma forse dovrebbe provare a dimenticarsene.
[schema type=”review” name=”The Gluts – Warsaw” author=”Sara Manini” user_review=”3″ min_review=”1″ max_review=”5″ ]