Tall Ships – Impressions

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Quella dei Tall Ships è la storia d’innumerevoli band Indie Rock. Disco d’esordio di discreto successo, hype a manetta e pensi di avercela fatta, ma come spesso accade, il dimenticatoio è molto più vicino di quanto sembri. Un processo non irreversibile, dal quale il quartetto di Brighton si smarca con l’ultimo “Impressions”.

Girava male per Rick Phethean e soci dopo il buon esordio di “Everything Touching” del 2012, abbandonati dalla casa discografica erano ad un passo dallo sciogliersi. L’opportunità arriva dalla “Fat Cat Records”, etichetta di tutto rispetto, che decide di puntare sulla giovane band inglese.

Basta una rapida occhiata alla tracklist per capire che la storia, in fondo, è quella di un gruppo di ragazzi che hanno deciso di riprovarci; alla ricerca della rinascita musicale. Tra uno sguardo al passato e uno al futuro, vengono fuori nove tracce notevoli per intensità ed emozione. Musicalmente niente di nuovo, Indie Rock dei più classici personalizzato da qualche coro che ci riporta ad inizio millennio.cLa buona riuscita del disco è però tutta nell’approccio.

La voglia di spaccare, di suonare e sudare è talmente evidente nella voce di Phethean che non è difficile pensare a quanto bramassero questo ritorno. “Impressions” è un album ricco di melodie Pop-Rock, capace di aggirare con mestiere l’approccio monocorde, rimanendo sempre bello luminoso – “Home”, ad esempio,  è un pezzo che ben si addice ai primi soli primaverili.

Il culmine dell’album si raggiunge con “Meditation on Loss”, immagine d’altri tempi filtrata attraverso un setaccio Noise memore di un passato glorioso. A Brighton sembra quindi che le cose ora stiano procedendo bene. “Impressions” non è un capolavoro indimenticabile ma un album operaio, di quelli onesti, che ti capitano a caso e ti fanno felice.

Data:
Album:
Tall Ships - Impressions
Voto:
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