“Pippola Music ha a che fare con i semi musicali. Buttàti. Crescono. Crescono”.Con questa riuscita quanto suggestiva immagine si presenta ai visitatori del proprio sito ufficiale l’etichetta toscana nata due anni orsono e capitanata da Paolo Favati, storico agitatore della (non) scena italica, in prima linea come musicista ( in particolare con la propria macchina da guerra Pankow) e dietro le quinte, richiestissimo produttore per un elenco di gruppi che a compilarlo per intero faremmo sgradita concorrenza alle Pagine Gialle( un catalogo di collaborazioni e remix che parte dai Diaframma,annovera Nine Inch Nails e raggiunge Irene Grandi…). Una serie di uscite ben ponderate e dilazionate quelle di Pippola, discrete e ben mirate,nessuna intenzione di cercare il colpaccio a tutti i costi o di accodarsi infelicemente ad uno degli effimeri minitrend di stagione.
Cogliamo dunque l’occasione per ripercorrere il tragitto della label fiorentina attraverso il contributo dello stesso Paolo e di Flavia Agugliaro di Estella Management, che dei gruppi dell’etichetta cura la promozione e il booking, raggiunti via mail dal vostro scribacchino di fiducia:
Come siete arrivati a Pippola Music, le vostre precedenti esperienze musicali e non, i sogni…avevate qualche nome di riferimento per la mente, qualche realtà nostrana o estera da prendere ad esempio, non per forza dal punto di vista strettamente musicale?”.
P.F.:”Siamo arrivati a Pippola Music grazie ad un lungo percorso artistico / produttivo che parte dagli anni 80 e che ci ha accompagnato attraverso marchi come Contempo Records, Sub Mission,Cpi, Sonica, Dune Records, Qborg media. Il progetto Pippola si avvale dell’esperienza passata ma con una consapevolezza presente. Non abbiamo mai avuto bisogno di rifarci ad altre realtà, nonostante sia indubbia l’ammirazione e il rispetto verso label come 4AD, Morr Music, Fat Cat, Labrador, Bella Union, Kranky ecc
Cosa significa e quale sforzo richiede mettere in piedi un progetto come il vostro nell’Italia indipendente del 2006, tra teorizzazioni sulla scomparsa del supporto musicale e carenza di spazi dove proporre discorsi “altri”…. so bene che avete una distribuzione ufficiale e prestigiosa( Audioglobe), ma immagino le difficoltà nel far girare un nome all’esordio come il vostro…..
P.F.:”Certamente siamo consapevoli delle problematiche che incontrano le labels emergenti nel trovare dei canali ufficiali di questi tempi, ma si sa, lavorare e crederci per oltre 20 anni ti permette di affermare in qualche modo la tua idea e tutto sommato essere distribuiti da Audioglobe in Italia mi sembra già un’ottima partenza. Passione, sbattimento, dedizione e divertimento. Potrebbero bastare anche se devo ammettere che i rapporti che riceviamo mensilmente dal download a pagamento, tipo Itunes Music Store, fanno sperare in una consapevole volontà da parte del pubblico di continuare in qualche modo a supportare chi cerca nella musica un mestiere.
Avete deciso di esordire con una compilation, una sorta di vetrina sull’elettronica dal volto umano, contenente brani di alcuni dei migliori agitatori del sottobosco digitale e non e dal singolare concept alle spalle se ho ben capito….nulla lasciato al facile ascolto o agli effetti speciali,occorre dire….
P.F.:” Si, abbiamo deciso di inaugurare la label con una raccolta di idee nate attorno al forum di Gianni Maroccolo. Abbiamo coinvolto diverse persone oltre a lui e quel che ne è uscito fuori è una istantanea di quello che ci girava intorno; un modo per mettere un paletto, un punto di inizio doveroso.
Con i gruppi presenti all’interno della compilation (tolti ovviamente i vostri contributi personali…) avete intenzione di portare avanti il rapporto come con i Blume, e c’è dunque già qualche progetto in cantiere, oppure si è trattato di una collaborazione occasionale?
P.F.:” Cerchiamo di non fare progetti troppo a lungo termine e ci facciamo smuovere dall’entusiasmo, anche con un po’ di sana incoscienza. Per questo non so dirti se porteremo avanti i progetti inseriti nella raccolta. Se qualcosa ci sconvolge, lo facciamo.
Arriviamo al disco d’esordio dei Pulse e anche qui si direbbe che abbiate seguito soltanto l’istinto senza fare troppi cosiddetti calcoli( dei quali poi si dovrebbero anche andare a vedere i risultati conseguiti, mi permetto di aggiungere..).Un’opera spiazzante, incentrata attorno al batterista/uomo alle macchine Marco Galardi, un big-bang tra funkedelia, jazz elettrico, downtempo e quant’altro. Non l’ho trovato perfetto,vi anticipo, ma ne ho apprezzato in ogni caso la capacità di evitare i cerebralismi autocompiaciuti e di andare dritto al cuore del suono. Una personalità non da poco che credo darà potrà soltanto svilupparsi. Parlateci un pò di questo dischetto.
P.F.:” Il disco di Marco “Pulse” Galardi è effettivamente un disco controcorrente rispetto al panorama indie attuale. Come sopra, ci siamo trovati a mixare il disco (con il mio prode compare Matteo Zanobini dei Blume), ci siamo guardati e abbiamo detto “Perché no?”. Zero calcoli, come dicevi tu. E’ un disco molto sanguigno e pregno, carico e passionale. Funziona molto nelle sonorizzazioni.
E giungiamo alla terza uscita, i Blume, trio toscano che banalizzando oltremodo potremmo definire indie pop. Una parentesi assolutamente melodica e orecchiabile per quanto adornata da suoni curati fin nei minimi particolari, debitori in egual modo delle foschie Mazzy Star come del downtempo più gentile, vedi Zero 7, a mio parere e davvero gradevole. Come a dire che non disdegnate neppure un approccio più diretto alla forma canzone….
P.F.:” Amiamo il pop. Lavorare e sperimentare sulla forma canzone per noi è una sfida emozionante. Riteniamo che sia uno dei miglior modi di fare musica e siamo intenzionati a continuare a portarlo avanti. I Blume fanno parte di questa nostra mania: un disco pop a tutti gli effetti ma carico di significati e di ricerca sonora, soprattutto nelle atmosfere. Tra le altre cose ci tengo a segnalare che Blume sono ufficialmene la band del 2006 che ha ricevuto piu consenso nel mercato indipendente italiano piazzandosi al secondo posto nelle classifiche di Indie Music Like di Audiocoop, ottima alternativa all’ufficiale Music Control
Volendo tirare le somme potremmo dividere le labels indipendenti in due grandi categorie;quelle settoriali, che a prescindere dalla qualità tendono a “fidelizzare” l’ascoltatore che bene o male potrà già immaginare “cosa ci troverà dentro”, portando avanti un discorso di genere e non scostandosi mai troppo da certi binari, e dall’altra parte le etichette maggiormente eclettiche, che sa da un lato possono sempre sperare di suscitare rinnovato interesse nel mercato parcellizzato di oggi rischiano di trovarsi sempre e comunque fuori dai giochi….cosa ne pensate?
F.A.: Sono perfettamente d’accordo con te, il mercato è sempre più settorializzato. Ed è sempre più difficile per le etichette che propongono prodotti più eterogenei, potere far sentire la propria voce. Ma non credo che questa “specializzazione” sia necessariamente un fatto negativo. Per quanto riguarda il mio lavoro di promozione e management, ad esempio, le esperienze avute fino ad oggi, mi hanno insegnato che questo aspetto è in realtà quello più funzionale ad un’attività di promozione. Ovvero la promozione viene programmata in base alla “fetta di mercato”, al genere, che i gruppi che ci contattano in qualche modo rappresentano. Adeguare la promozione, e quindi i canali utilizzati ( giornali, emittenti radiofoniche e televisive, webzine ecc..) ai diversi generi musicali, rappresenta anche per noi, un’operazione vincente. Se il cliente ed il destinatario parlano lo stesso linguaggio, portano lo stesso vestito, sarà più semplice comprendersi ed ottenere una risposta positiva, che sia una recensione, un passaggio o intervista in radio, ecc
Parliamo un pò della ormai leggendaria incapacità tutta italiana di fare circuito, fare sistema, tra piccole realtà che navigano nelle stesse acque limacciose. Parlo degli scarsi contatti tra etichette, agenzie di booking, artisti, che rende a tutti la vita artistica più difficile.Nella vostra esperienza che atteggiamento avete riscontrato?E a questo proposito, Vogliamo parlare della vostra agenzia di promozione e management e dei progetti ad essa correlati?
P.F.:Ci sono un sacco di antipatie, gelosie, vecchi rancori e altre puttanate che fanno solo perdere tempo e distolgono da quello che è veramente importante. Come in ogni altro ambiente, del resto, ritengo sia normale. Cerchiamo solo di non farci ostacolare da stupide ripicche o inutili invidie. Tutto qui.
F.A: Hai toccato un tasto che mi preme molto approfondire, anche perchè la nostra realtà rappresenta in questo senso un caso singolare ed efficente. Posto che, il quadro della situazione italiana, da te perfettamente disegnato, risponde al vero, vorrei di nuovo focalizzarmi sugli esempi positivi, con uno sguardo al futuro. Vorrei quindi parlare del nostro modo di procedere, tornando poi al panorama generale e rispondere quindi alla tua domanda. Vedi, il fatto che Pippola Music ed Estella, come anche tu sottilineavi, lavorino a stretto contatto, negli stessi spazi, ed in continua collaborazione e scambio, costruisce un piccolo ponte fra due realtà, di solito slegate. I gruppi di Pippola Music – e non solo, ovviamente – vengono promossi direttamente da Estella, tramite una rete di canali di comunicazione, costruita e progettata insieme appositamente per il genere musicale che proponiamo. Ma anche flessibile e, all’occorrenza modificabile per i nostri clienti esterni. Mi permetto di accennare poi ad un’altra realtà che completa questa nostra piccola rete. Si tratta di Visive, centro di produzione video, diretto dalla regista Isabella Panero, che fra gli altri prodotti ( videoart, fotografia ed altro), realizza anche videoclip musicali. Siamo dunque un “mostro a tre teste” che, insieme, è in grado di fornire ad un gruppo, produzione, promozione videoclip e servizio fotografico. Senza inutili passaggi e spostamenti vari, utile anche ai musicisti, che vengono così portati “dalla culla al palco”, in modo efficente ed indolore. Un esempio su tutti, il lavoro svolto con i Blume, prodotti da Pippola Music, promossi con successo da Estella, e protagonisti dello splendido video Piove Piano, diretto da Isabella Panero con Visive, premio Miglior Fotografia al Pivi del Mei. Ma, a proposito di palco, posso accennarti che stiamo programmando di integrare in questo processo anche un’attività di booking, sul lungo periodo. Mentre presto aggiungeremo l’anello della distribuzione a questo “circolo virtuoso”. Credo quindi che la strada da percorrere, come antidoto all’italico caos, sia proprio quella dell’integrazione come avviene sempre di più a livello mondiale in tutti i settori.
I vostri dischi sono stati ovviamente trattati sia dalla stampa cartacea che in misura ancor più massiccia da quella elettronica.Pensate che le webzines(ovviamente quelle di buona qualità..) abbiano un impatto importante sulla cosiddettà comunità musicale di oggi? Alcuni sostengono che dal punto di vista dei “numeri” abbiano un impatto addirittura maggiore della stampa “tradizionale”…
P.F.:Sicuramente teniamo in considerazione paritaria webzine e riviste cartacee. Per fare un esempio, a livello di visibilità credo che una prima pagina su rockit sia migliore di una recensione su blowup. La marcia in più che hanno le webzine è il fatto che siano gestite in modo hobbistico, perlopiù. Questo garantisce un’ attenzione e una passiona maggiore verso gi argomenti trattati (cosa che talvolta viene a mancare in ambienti pro o semipro, dove giocoforza la professione uccide l’entusiasmo).
Distribuite anche lavori di altre etichette o autoprodotti in cui credete, vedi Tenedle….
P.F.:Diamo una mano ad artisti per i quali nutriamo rispetto, prendendo in licenza i loro dischi e distribuendoli attraverso di noi. Non possiamo seguirli come seguiamo le nostre produzioni, come Pippola Music ma cerchiamo di dare loro supporto per quanto ci è possibile attraverso la nostra agenzia Estella.TV.
Prossimi progetti? Sappiamo del disco in un uscita per Gonzo 48K, parlatecene un attimo! Altre novità?
P.F.: Novità scoppiettanti per il 2007. Il disco dei Gonzo48k, gruppo di love tronic pop che ci ha fatto assolutamente perdere la testa. In arrivo anche gli Annie Hall, indiefolk spassoso. Queste le novità a brevissima scadenza. Per tenervi aggiornati visitate il nostro sito. E mi raccomando, be tender forever, it works!
Questa tra le altre cose è la prima uscita internazionale della Pippola Music, ancora non posso annunciare nulla, posso solo consigliare di tenersi sintonizzati!