Fistful of Mercy – As I call you down

Acquista: Data di Uscita: Etichetta: Sito: Voto:
05/10/2010 www.hotrecords.com www.fistfulofmercy.com

Fistful of Mercy – Father’s Son

Più che di supergruppi bisognerebbe parlare di gruppi superstiti. Nel mondo del pop la selezione è spietata, chi la dura la vince ed è fisiologico che prima o poi le strade dei survivors si incrocino. Le tre teste che compongono i Fistful of Mercy stanno lì a rappresentare altrettante tecniche di sopravvivenza: il primo della classe, sempre sulla cresta dell’onda (Ben Harper); la meteora Joseph Artur, che ancora vivacchia sulla rendita dei primi lavori, e infine il raccomandato per direttissima, Dhani Harrison (figlio di quell’Harrison, e se lo canta pure da solo nel blues di Father’s Son. La vecchia, annosa questione dei figli d’arte sulla quale ci siamo già espressi qui.)

Arthur è il vero nome da riscoprire (un bel disco del ’97 su Real World, Big City Secrets) e la personalità a cui fare riferimento: a sorpresa, Ben Harper non cannibalizza il progetto rendendolo l’ennesimo featuring della sua collezione ma si attiene rispettosamente alla sua parte in commedia. Vale a dire, uno dei tre gentiluomini cantastorie che in un bel giorno del 2010 si misero in testa di diventare i nuovi Crosby, Stills & Nash.

Letta così la storia puzza già un po’ di muffa, ma il disco che ne è venuto fuori non suona male come le premesse fanno temere. I cori dorati delle prime tre ballate passano indolori, rimarcando l’assenza di uno Young della situazione che sparigli un po’ le carte (ve lo immaginate Beck qua in mezzo?). Poi, il patito di Americana e steel guitar troverà pane per i suoi denti e anche qualche momento più godereccio, come Things Go Round e la già citata Father’s Son. Quanto agli altri, perdonino agli interpreti quell’aria leccatina da bravi ragazzi in procinto di salvare il mondo e avranno un album gradevole, apprezzabile soprattutto a patto che si tratti di una cosa estemporanea: one-shot project e poi tutti a casa. E se così non fosse…li avete visti di recente Crosby Stills e Nash? Ecco, appunto.