I Perturbazione reinterpretano De Andrè: troppo amato o sfruttato fino al midollo?

Il 23 ottobre al Teatro Civico di Varallo Sesia, in occasione dei 40 anni dall’uscita di “Buona Novella” di Fabrizio De Andrè, i Perturbazione reitrerpreteranno in una serata speciale l’album del 1970 in omaggio al cantautore genovese.

Giusto per fare una lista approssimativa per quello che possiamo ricordare,  De Andrè ha ricevuto il tributo di Danilo Rea, Vasco Rossi, Loredana Bertè, Adriano Celentano, Francesco Baccini, Ornella Vanoni, Roberto Vecchioni, Fiorella Mannoia, Mauro Pagani (onnipresente ad ogni evento su De Andrè), Massimo Bubola, Morgan. E le nuove leve non sono state da meno: Le Luci della Centrale Elettrica, The Niro, Jang Senato e Kiddycar ed i succitati Perturbazione hanno colto la palla al balzo per partecipare a questo genere di serate.

Non dimentichiamoci poi che esiste Cristiano De Andrè, tributo vivente al padre in perenne tour nell’evangelizzare le masse sulle opere dell’augusto genitore, praticamente un replicante sfrutta-siae.

Amore transgenerazionale, culto dei morti  o facile appeal su un pubblico di ottuagenari? La musica italiana si è fermata al 1974 o davvero anche le nuove generazioni insistono su una produzione musicale ben frollata? Intendiamoci, nulla contro questo grande cantautore ma forse l’Italia non avrebbe bisogno di guardare al futuro? noi che nemmeno abbiamo avuto un movimento di rottura come il punk, dove andremo a finire in un paese dove ai figli piace la stessa musica dei padri? Si fa presto a parlare di immobilismo sociale, forse davvero i figli sono replicanti dei propri padri, in tutti i sensi, senza aggiungere nulla di nuovo (guardate Cristiano e datevi una risposta).