Democrazia #26 – Kill your boyfriend – Granprogetto – Le Gros Ballon
Torna Democrazia con la sua selection di realtà italiani su cui abbiamo qualcosa da dire. Questa volta con Kill your boyfriend, Granprogetto e Le Gros Ballon
Torna Democrazia con la sua selection di realtà italiani su cui abbiamo qualcosa da dire. Questa volta con Kill your boyfriend, Granprogetto e Le Gros Ballon
Ogni chitarrista è fedele alla sua amata chitarra ma siete sicuri che la vostra scelta non ha ricadute su di voi? Vi sbagliate di grosso, anche scegliere una chitarra può voler dire molte cose…
Brani fantasiosi e molto ben costruiti, decisamente una band sui generis per la scena italiana, sebbene lo stile dei già citati Calibro 35 può dare un’idea di similitudine al lettore.
Gli Swell99 sono una band rodata e si sente, purtroppo però il copycat dei Nickelback è troppo evidente anche se fatto benissimo.
Gabriele D’Angelo viene da Roma, ep composto di soli tre brani incontriamo in effetti la personalità di un autore notturno, di quelli che ti immagini imbraccino la chitarra alle 3 di notte
Ce ne è di strada dalla Valsusa ai campi del Cotton Belt. Ma per El Bastardo questo non sembra contare poi molto, quando ci presenta questo suo Wood & Steel
E’ un momento molto favorevole per il folk e Monsieur Voltaire, aka Marcello Rossi, ci prova sulla lunga distanza con questo album 33, il giudizio è assolutamente positivo su questo lavoro, bisognerebbe solo lavorare di più nel sviluppare la personalità dell’artista.
Gli Ebrei vengono da Fano e raramente incontro una band che sappia spiazzarmi così al primo ascolto. Sei tracce per circa 12 minuti di urgenza comunicativa totale. Sicuramente una band che si fa notare e lascia il segno all’ascolto, definita e personale.
Accusa e Difesa si scontrato per il ritorno gli Editors o meglio di Tom Smith… Un disco che farà sicuramente discutere, più di un occhiolino strizzato verso l’alternative americano. Operazione commerciale per cercare di fare conquiste oltreoceano oppure scelta lungimirante? A voi la scelta, votate, votate, votate.
La polemica più alla moda in questo periodo riguarda sicuramente il crowdfunding ed il suo utilizzo. Lasciando da parte gli attori che hanno messo in piedi il solito ignobile teatrino fatto di velate accuse reciproche, sembra che solo alcuni artisti già affermati possono permetterselo, cioè quelli che hanno fans che ancora vogliono pagare per sentire nuovi lavori del loro artista preferito, mentre i piccoli artisti nascenti saranno sempre costretti a guadagnarsi i soldi in altro modo, magari lavorando (bruttissima parola…)
Bentrovati in questo 2013, cari musicisti e lettori di Democrazia. La novità che questo anno ci porta è che lasceremo parte dell’incombenza della scelta dei recensiti mensili ai colleghi del sito di Zimbalam. Questo mese lo spiazzante Marco Acthner, la dance dei Supertopaz e il rock anni 90 degli Ufficio Sinistri
Cari amici riprendo la rubrica Democrazia dopo qualche mese di stop, ed ancora una volta ho avuto la conferma che i grandi sono veramente grandi e i piccoli affogano in un mare misto fatto di cattivi mastering e produzioni inconsistenti, di presunzione e “giri giusti”…
Evento unico nel suo genere, non credo che alcun report o recensione possa cogliere appieno l’atmosfera che si respirava in quel momento. Poter assistere al saluto che i Blur hanno voluto dare al proprio pubblico nella loro Londra, non ha prezzo.
Jarvis Cocker potrà pure invecchiare, ma non ha aggiunto un giorno in più alla freschezza ed al fascino della sua band.
I Wolfmother sono una band schiava delle bizze del proprio frontman, assolutamente non matura e nemmeno pronta per suonare ai livelli cui si trovano