Field Music – Plumb

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David e Peter Brewis, nucleo dei Field Music, definiscono la loro musica weird pop, il che è indice di quanto non convenga usare questo “Plumb” come sottofondo alla guida: il rischio è di ritrovarsi inconsapevolmente contromano sulla tangenziale, dato il suo multiverso sonoro che sa un po’ di prog, ma anche di rivoli isterici alla Talking Heads, ma anche di planate melodiche in pieno stile brit pop, ma anche di qualcosa per cui si capisce che cercare somiglianze è una perdita di tempo.

I Brewis, arrivati al mirabile traguardo del quarto disco, affrontano questioni complicate, come solo può essere complicata la situazione sociopolitica di questi tempi; e la complessità investe anche la loro musica, un perpetuo traboccare di fraseggi, richiami, sezioni orchestrali che esige attenzione in ogni sua parte, nello stesso modo in cui esigono attenzione le masse in protesta, per quanto questo non sia un album particolarmente aggressivo, ma piuttosto incalzante, critico con una prospettiva. Qui la musica va oltre il semplice accostamento di suoni e parole, sfociando in una terza dimensione che la rende quasi scultura, pronta a prendere la forma di ciò che i due fratelli (a pieno titolo cantori della crisi inglese) vedono e sentono, senza porre alcun ostacolo al rapporto tra arte e realtà.

Ed è così che nascono pezzi come Choosing sides, in cui emerge la necessità di un’alternativa, o come A new town e (I keep thinking about) A new thing, i teaser diffusi prima dell’uscita del disco, effettivamente gli unici che potrebbero passare in radio senza troppe remore (anche se questo preoccupa relativamente i due fratelli). Il resto è pura decostruzione, sebbene sia possibile cogliere una narrazione di fondo (non per niente, la preparazione del disco ha visto i Brewis immergersi nel mondo del musical).

Il punto di forza di “Plumb” è che sembra inesauribile: ogni ascolto è una sfida a trovare nuovi particolari e diverse interpretazioni, confonde ma ha una sua logica. Non resta che scoprire come verrà reso in tour, cosa che spinge Peter e David a ingegnarsi, tanto per cambiare.